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Domenica, 14 Maggio 2023 09:25

Archimede, una vita geniale

«Archimede, una vita geniale» è stato pubblicato a novembre 2017 da VerbaVolant edizioni, nella collana Segna Storia, dove troviamo «romanzi brevi per ragazzi con tanta voglia di scoprire il mondo». L’autrice, Giuseppina Norcia, è grecista e divulgatrice culturale, insegna drammaturgia presso l’Accademia d’Arte del Dramma Antico e cura laboratori per ragazzi. Il racconto è arricchito dalle illustrazioni di Giulia Cregut.

La vita di Archimede si intreccia con quella di Giacomo, il protagonista undicenne, che nell’estate tra la quinta elementare e la prima media si ritrova sulla scogliera nei pressi della città: «in quel posto baciato dagli dei non ci andava quasi nessuno, per quelle schiere di palazzi grigi che si allineavano poco lontano, simili a un muro, tra strade senza alberi e senza negozi.» Giacomo è solo: gli amici sono tutti in vacanza e lui è rimasto in città per le esigenze lavorative dei genitori, ma sulla scogliera c’è una statua «di pietra bianca, un uomo a grandezza naturale, con i capelli che parevano mossi dal vento e una barba che metteva un po’ di soggezione», che comincia a parlargli: «Scelgo sempre un bambino speciale per questa missione». È Archimede che, come un nonno affettuoso, comincia a raccontare a Giacomo com’era la città di Siracusa ai suoi tempi, gli parla delle richieste di Ierone, il re di Siracusa, che un bel giorno volle realizzare una nave imponente, la Syracosia, per donarla a Tolomeo d’Egitto e ad Archimede venne affidato il compito di trascinarla in mare dalla terra ferma e di farla galleggiare. Non può non parlare, poi, di Alessandria e della sua biblioteca, «una città fatta di libri e di persone che parlano della vita e dei suoi misteri». Archimede non può dimenticare Eratostene e tutti gli amici con i quali si teneva in contatto epistolare, condividendo con loro le sue opere, le sue domande difficili, i suoi scherzi.
L’estate è finita ed è cominciata la prima media, ma Giacomo è sereno, perché dall’incontro con Archimede, la matematica e la geometria «erano divenute per lui una sfida, quasi una gara sportiva da vincere ogni volta». Il furto della sua bicicletta è l’occasione, per Archimede, di parlargli dell’orafo disonesto, della corona realizzata per Ierone e di come lui stesso avesse smascherato l’imbroglio, mentre l’icosaedro troncato che si usa per le partite di calcio (quella che erroneamente si indica come una sfera, insomma: la palla!) porta il grande scienziato a parlare di pi greco.
Al termine della festa di Halloween, Giacomo incontra ancora Archimede: la notte stellata incombe su di loro e offre l’occasione di parlare del planetario realizzato dallo scienziato, delle antiche ipotesi sul moto dei pianeti, della posizione della Terra nel sistema solare, fino ad arrivare ad Aristotele e al principio di autorità. Mentre Natale si avvicina, Giacomo e il suo migliore amico Roberto litigano tanto da non rivolgersi più la parola e Archimede non può che pensare a un altro litigio, quello che ha portato alla guerra contro Roma: «Forse i più ricordano le mie macchine da guerra, eppure sono le mie scoperte legate alla pace a muoversi ogni giorno nel mondo, anche quando non ve ne accorgete.» Con le parole giuste, Archimede riesce a spingere Giacomo a ricucire la sua amicizia con Roberto e dopo l’ultimo racconto del grande scienziato, Giacomo e suo papà depongono ai piedi della statua una lapide perché tutti possano conoscere la grandezza dell’uomo raffigurato.

Il percorso si snoda con grande semplicità attraverso tutte le scoperte di Archimede (non ne viene dimenticata nessuna). Il libretto è pensato per un lettore che abbia più di 8 anni, e nelle ultime pagine troviamo degli approfondimenti per i più grandi: ci sono la descrizione delle leve, della spinta di Archimede, il funzionamento della coclea, la definizione del peso specifico, il pi greco con la geometria, il planetario, le macchine da guerra e lo Stomachion, completati da un piccolo glossario delle parole più difficili.
Un racconto davvero piacevole, accompagnato da simpatiche illustrazioni, ma l’immagine più bella resta quella di un Archimede amico di Giacomo, cioè a noi contemporaneo e, quindi, immortale.

«Dirigendosi verso l’isola di Ortigia si può trovare tra i due ponti che collegano la città e il suo centro storico una imponente statua dedicata proprio al celebre scienziato siracusano. Archimede è rappresentato in piedi, intento ad osservare il mare con in mano uno specchio, il quale simboleggia l’impresa degli specchi ustori, quando Archimede bruciò le navi nemiche che si addentravano a Siracusa.» https://bbnostos.it/itinerari/archimede/

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Mercoledì, 04 Gennaio 2023 20:19

Galileo era un figo

«Galileo era un figo» è stato pubblicato dalla Casa Editrice Piemme, nella collana Il Battello a vapore, che da trent’anni propone libri di narrativa a un pubblico di lettori dai 3 ai 13 anni. L’autrice è Annalisa Strada: docente di lettere della scuola secondaria di primo grado, ha pubblicato oltre ottanta titoli per ragazzi, vincendo numerosi premi, come il Premio Andersen nel 2014 e il Premio Cento nel 2017.
La serie dei “fighi” ha visto la luce nel 2020, con gli scrittori Manzoni, Leopardi, Dante e Omero. Con questa seconda serie, dove troviamo, oltre a Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Giulio Cesare e Garibaldi, Annalisa Strada allarga gli orizzonti, scegliendo personaggi al di fuori dell’ambito letterario. L’autrice si era già occupata di Galileo Galilei nel 2015, rivolgendosi ai bambini della primaria, con Galileo Galilei esploratore del cielo, per la serie Grandissimi delle Edizioni EL.

In «Galileo era un figo», non viene raccontata solo la vita di Galilei, ma anche le sue scoperte scientifiche, citando i suoi scritti, fino ad arrivare all’abiura, proposta integralmente in appendice. Arricchita dalle illustrazioni di Tommaso Ronda, la narrazione si sviluppa con scioltezza e semplicità, intervallata da piccoli box di approfondimento, delimitati da linee verticali dalle quali fa capolino Galileo Galilei, come se volesse aiutare il lettore a superare questi piccoli ostacoli, fatti di cose che, quando si frequenta la scuola media, difficilmente si conoscono. Il racconto è piacevole e non solo per i ragazzi delle medie: i libri per ragazzi possono diventare un’opportunità anche per gli adulti, dato che «il sapere è una marcia in più per affrontare le salite (ma anche le discese e le pianure) della vita».

Annalisa Strada ha arricchito la sua prosa con alcuni giovanilismi – come mostrato dall’acronimo “aka” che sta per “also known as”, ovvero “conosciuto anche come…” – e questi piccoli indizi ci mostrano il suo sforzo di usare il linguaggio dei ragazzi. Considerata la sua professione di docente, non dovrebbe essere stato troppo difficile per lei e il fatto che questi termini si inseriscano con naturalezza nel racconto ne è una dimostrazione.

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Lunedì, 01 Agosto 2022 22:17

Il professor Z e il segreto del triangolo

«Il professor Z e il segreto del triangolo» è stato pubblicato nel 2022 da Edizioni Dedalo e l’autore è Tommaso Castellani, insegnante in una scuola media di Roma, dedito alla comunicazione della scienza e editor della rivista «Sapere».

Questo romanzo è il terzo di una trilogia dedicata ai ragazzi delle medie, cominciata nel 2017 con Il professor Z e l’infinito e proseguita nel 2020 con I misteri dell’ipercubo. I protagonisti sono ancora Giulio e Ivano, che ora frequentano la terza media e, all’inizio dell’anno scolastico, scelgono di partecipare ai laboratori pomeridiani di approfondimento promossi dalla loro scuola e tenuti dal solito professor Z. Decidono di partecipare anche a un concorso di fumetti a squadre, che si concluderà ai primi di novembre. In queste loro avventure, sono accompagnati da Marcolino della 3^E, Arianna e Crystal Ball. Il professor Z guida i ragazzi alla scoperta delle geometrie non euclidee, con il suo solito stile: «Era tutto molto diverso dalla matematica come si faceva la mattina, ma aveva qualcosa di affascinante». Ad accompagnare questo percorso, non può mancare un giallo da risolvere: sembra che all’interno del gruppo ci sia una spia, che informa la squadra avversaria delle idee alla base del fumetto, ma sembra anche che il professor Z sia coinvolto in qualcosa…

Per la terza media di Giulio e Ivano, abbiamo un’indicazione molto chiara del periodo in cui ci troviamo, visto che l’ultimo capitolo si apre con la caduta del muro di Berlino, avvenuta nel novembre del 1989: è l’apice del tema del cambiamento, protagonista di tante riflessioni del nostro tredicenne, che, come tutti gli adolescenti, a tratti fatica a riconoscersi.
Il racconto è accompagnato dalla matematica, che cambia il modo di leggere la realtà di Giulio e Ivano: durante il suo laboratorio, il professor Z ha modo di parlare anche del linguaggio della logica, dei postulati e dei teoremi, facendo capire ai ragazzi qual è il modo corretto di ragionare. Sarà proprio la logica che guiderà i ragazzi nelle loro deduzioni per la soluzione del giallo.
Giulio, protagonista indiscusso e narratore, si misura con i limiti delle regole che gli vengono imposte: proprio nel suo confronto con Armando, con il quale sembra costruire una nuova amicizia, si troverà a interrogarsi su quale possa essere il senso di rispettare le regole. Queste regole richiamano quelle costruite con i postulati, che sembrano racchiudere al loro interno la geometria euclidea, e le regole degli scacchi, la grande passione di Ivano. Armando, che si comporta a volte come un amico bisognoso di attenzioni e altre come un piccolo tentatore, si domanda a più riprese quale sia l’utilità dello studio, ma il discorso viene sollevato anche durante il corso pomeridiano e il professor Z non perde occasione per spiegare che «talvolta idee inutili nella pratica, ma interessanti dal punto di vista matematico, si rivelano utili a secoli di distanza».
Tommaso Castellani non ha paura di parlare di argomenti elevati: nella narrazione trovano spazio il programma di Hilbert e i teoremi di incompletezza di Gödel, e le geometrie non euclidee vengono raccontate con un linguaggio semplice e chiaro e con l’aiuto di alcune illustrazioni.
Altro tema importante del libro, protagonista anche del primo capitolo della trilogia, è la comprensione della matematica: anche sulla copertina del libro, è riportato un dialogo tra il professor Z e i suoi alunni, professore che ha la stessa voce dell’autore quando ci dice che non bisogna essere ossessionati dalla necessità di capire: «Se le cose si capissero così, non servirebbero i professori, né tantomeno la scuola.» Se capire non è così importante, è Giulio stesso a imparare che bisogna avere impazienza e vivere la gradualità del processo di apprendimento, capendo un poco di più ogni giorno, grazie anche all’intervento del professor Z che si preoccupa di riprendere l’argomento più volte, inserendo ulteriori difficoltà ad ogni passo. È un percorso difficile ma affascinante quello che ci viene descritto dall’autore, e così arricchente che sono curiosa di vedere come saranno i primi mesi di Giulio al liceo. Perché ci sarà un quarto capitolo, vero?

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Mercoledì, 27 Luglio 2022 19:49

I misteri dell'ipercubo

«I misteri dell’ipercubo» è stato pubblicato nel 2020 da Edizioni Dedalo. L’autore, Tommaso Castellani, ci propone “un’avventura matematica a più dimensioni”, come viene definita in copertina, che è il seguito de Il professor Z e l’infinito, scritto nel 2017.

Questo secondo capitolo è ambientato nel campeggio Cetorelli e i protagonisti sono ancora Ivano e Giulio, che ritroviamo nell’estate della seconda media, mentre vivono le proprie vacanze insieme alle rispettive nonne. Gli altri protagonisti della vicenda sono Pac-Man, Autan, Dino, Andrea Campitello, Scatolé, Andrea Lucci e poi ci sono Barbara, Saliva, Mosca e Maria Elisabetta. Ad accompagnare quest’avventura c’è anche la matematica, grazie alle letture e alle domande che il professor Z ha lasciato ai nostri protagonisti come compiti estivi. Una domanda, in particolare, troverà la sua soluzione solo al termine del percorso: “Ci sono più punti su un segmento o in un quadrato?”.

Durante le vacanze, Ivano e Giulio (soprannominato “Senza” per colpa di una pizza Margherita senza mozzarella) cominciano l’esplorazione dei dintorni e realizzano una piantina che rappresenta il campeggio e i luoghi nei quali si trovano. Dopo aver scoperto il Fiume Nord e il Fiume Sud, che delimitano il loro orizzonte, contando i passi e tentando una misurazione artigianale, si rendono conto che c’è una Zona Oscura, alla quale non possono avere accesso. Durante le loro misurazioni, hanno inoltre occasione di confrontarsi con la geometria e, in particolare, con i frattali, come mostrato dalla costa della Bretagna. Le loro riflessioni matematiche accompagnano tutta la narrazione: la definizione di dimensione, apparentemente così semplice, li porta a incontrare la curva di Koch e la curva di Peano, mentre facendo riferimento a Flatlandia Ivano cerca di guidare la comprensione di questi concetti. In questa estate di mare, Ivano e Giulio incontrano anche un Giustiziere e un ladro: sono i due misteri che accompagnano la loro vacanza. Il ladro ha fatto sparire anche la borraccia di Giulio e il Giustiziere sembra intervenire ogni volta che avviene qualcosa di profondamente ingiusto, mettendo in atto una piccola punizione nei confronti di chi si è reso responsabile della prepotenza, che si tratti di un adulto o di un ragazzo. Ivano, con la sua passione per le indagini, aiuta Giulio ad affrontare le proprie paure, mentre gli amici li accompagnano in questa avventura.

Al termine del percorso, Ivano e Giulio non solo risolveranno il mistero, ma incontreranno anche la quarta dimensione, con l’ipercubo nominato proprio nel titolo. Secondo i protagonisti, l’ipercubo è la “dimostrazione dei limiti del nostro pensiero”, ma al tempo stesso “della sua sconfinata potenza”, permettendoci di avvicinare con più leggerezza la matematica e facendoci “sognare un mondo a noi inaccessibile”. Per i nostri protagonisti, la matematica è anche una metafora che descrive la vita, e crescere significa aumentare le proprie dimensioni, mentre il mondo esterno sembra avere una dimensione in meno rispetto al loro universo interiore.
Esattamente come il capitolo precedente, anche questo libro è alla portata dei ragazzi delle medie ed è ricco di spunti e di idee anche per un insegnante che abbia voglia di trovare un modo diverso di avvicinare i propri studenti ai misteri non solo dell’ipercubo ma della matematica in generale.

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Mercoledì, 27 Luglio 2022 19:48

Il professor Z e l'infinito

«Il professor Z e l’infinito» è stato pubblicato nel 2017 da Edizioni Dedalo. L’autore, Tommaso Castellani, ha conseguito un dottorato in fisica teorica all’Università La Sapienza e si è poi dedicato alla didattica e alla comunicazione della scienza. Ha scritto “Risolvere problemi difficili. Sudoku, commessi viaggiatori e altre storie” per Zanichelli (2013) e “Equilibrio. Storia curiosa di un concetto fisico” per Dedalo (2013), scrive inoltre regolarmente sulla rivista “Sapere”, di cui è editor.

Questo è il primo libro di una serie di tre. Il protagonista è Giulio, dodicenne che frequenta la seconda media in un istituto di Roma: ci racconta della sua amicizia con Ivano che lo aiuta ad appassionarsi alla matematica e a vincere il bullismo, che si presenta con le sembianze di un peluche di Coccolino. Tutto comincia con il teorema di Pitagora, le infinite terne pitagoriche e i difficilissimi problemi proposti dal professor Z, il “cattivissimo” insegnante di matematica, che ha l’abitudine di fare “domande strane”. D’altra parte, “il professor Z era il contrario esatto della chiarezza”, se condividiamo con Giulio la sua idea di chiarezza: “una spiegazione chiara è come un giallo che inizia con la rivelazione del nome dell’assassino”. È lo stesso Giulio a specificare che, per poter capire le lezioni di matematica, è necessario “un certo sforzo”: solo dopo aver scelto di farlo, grazie ad Ivano, le lezioni del professor Z si trasformeranno in qualcosa di appassionante. Questo professor Z non può che piacere: apparentemente agli antipodi rispetto al bravo – secondo gli alunni – insegnante di matematica, riesce a sfidare i propri studenti e ad appassionarli, grazie alla curiosità che riesce a suscitare.

Il racconto comincia con la scomparsa di Michele Bernocchi, compagno di classe dei due protagonisti, che dall’oggi al domani smette di frequentare la scuola. Alla soluzione del mistero non contribuiscono solo Giulio e Ivano, ma anche i compagni di classe, come Davide Rosso, apparentemente il bullo della classe, Chao, e Valentina Cirri, “una di quelle che prendevano sempre i voti più alti”. A raccontarci la vicenda è un Giulio adulto, che ricorda la sua frequenza delle scuole medie negli anni ’90. La narrazione è alla portata di qualsiasi studente delle medie e contiene tutta una serie di stereotipi sui matematici, sulla matematica, sulla vita in generale, che vengono in qualche modo smantellati. Al centro di questo racconto c’è la scuola e non manca la presentazione degli insegnanti in chiave umoristica: sono descritti con le loro manie e il loro piacere per il dramma nei rapporti umani, come dimostrano le incomprensioni tra Michael Jackson, come è soprannominata l’insegnante di educazione artistica, e la professoressa di italiano De Mattei.

Il fatto che, sulla copertina, il libro sia descritto come un “giallo matematico” ci suggerisce che la sparizione di Michele possa non essere l’unico mistero da risolvere: in seconda media si incontrano i numeri irrazionali, ci si confronta con l’infinito numerabile e il professor Z sfida i propri alunni con l’ultimo teorema di Fermat. Tutto questo ci permette di percepire la ricchezza del libro dal punto di vista matematico, e dà l’opportunità a ogni studente di incontrare una matematica un po’ diversa da quella che si studia a scuola. Un libro per i ragazzi delle medie, che può avere qualcosa di importante da dire anche agli adulti.

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Giovedì, 10 Febbraio 2022 23:01

Il gatto di Tesla

«Il gatto di Tesla» è stato pubblicato dalla casa editrice Scienza Express a settembre 2020. L’autrice, Monica Marelli, laureata in fisica, è una divulgatrice, ma anche un’illustratrice (la copertina del libro è un suo disegno). Nel 2001, Federchimica le ha conferito il Premio per la divulgazione scientifica e nel 2009 ha vinto il premio Frascati Scienza nella sezione La Scienza per i piccoli. Ci aveva già guidato alla scoperta della meccanica quantistica con «C’era un gatto che non c’era» e, anche in questo caso, è garantita una buona dose di leggerezza, alla scoperta delle «invenzioni, ricerche e meraviglie dell’elettromagnetismo».

La guida, in questo nuovo viaggio, è sempre il “bellissimo tabby tigrato tra il nocciola e il marrone scuro, con il naso mezzo rosa e mezzo bruno e le labbra tutte rosa” del primo volumetto e, questa volta, non si limita a concedere un’intervista in quanto discendente del famoso gatto di Schrödinger, ma coinvolge Monica in un viaggio nel tempo, che la porta al 6 luglio del 1934 a New York, per la precisione al trentatreesimo piano del New Yorker, un albergo all’incrocio tra la Trentaquattresima Strada e la Ottava Avenue. Nella stanza 3327 di questo albergo, Nikola Tesla ha passato gli ultimi anni della sua vita: nonostante l’eccentricità per la quale è noto e forse grazie alla sua amicizia con il felino, lo scienziato permette a Monica di intervistarlo. Le parla della propria vita e dello sviluppo dell’elettromagnetismo: «mi fa bene parlare con te. Rivedo la mia vita, metto a posto i tasselli, rivivo alcune emozioni, belle o brutte che siano».

A partire dai suoi esordi in Europa fino al viaggio che l’ha portato negli Stati Uniti, Tesla racconta la Guerra delle Correnti presentando, per una volta, una versione di Edison molto diversa da quella mitizzata e patinata nella quale ci siamo imbattuti tante volte al cinema. Impariamo anche che Tesla aveva scoperto i raggi X prima di Roentgen e che è il vero inventore della radio, anche se la paternità gli verrà riconosciuta solo dopo la sua morte. Le manie di Tesla vengono presentate con bonarietà, mentre Monica si immedesima nella sua capacità di affezionarsi agli animali e di soffrire per le loro sofferenze: le vicende della Guerra delle Correnti, vissuta senza esclusione di colpi da parte di Edison con il sacrificio di numerosi animali, non possono che farci inorridire.

«Pensate a come sarebbe diversa la nostra vita senza le invenzioni di Tesla: auto, fabbriche, computer… ogni cosa elettrica che ci circonda “contiene” un po’ del suo genio.» Guidati da questa consapevolezza, possiamo seguire il percorso nel mondo dell’elettromagnetismo, godendoci il viaggio, grazie alla guida eccezionale e ad una visione della realtà fuori dall’ordinario. Ancora una volta, un libretto prezioso, che in un paio d’ore può regalarci una visione d’insieme e, soprattutto, la voglia di andare oltre per approfondire l’argomento.

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Domenica, 07 Novembre 2021 15:10

Oltre le stelle più lontane

«Oltre le stelle più lontane», pubblicato nel 2021 da Mondadori, è un dialogo tra Amalia Ercoli, classe 1937, e sua figlia Elvina Finzi, classe 1976. L’una, Amalia, un’ingegnere (con l’apostrofo!), professoressa emerita al Politecnico di Milano, prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica in Italia, ma soprattutto fra i principali investigator della missione Rosetta. L’altra, Elvina, doppia laurea con lode al Politecnico di Milano e all’Ensta di Parigi, e dottorato di ricerca in ingegneria nucleare.

Il libro, pensato per ragazzi delle medie, è un ottimo dialogo che mette in luce le differenze di vita tra Amalia ed Elvina: la prima ha vissuto la sua infanzia sul finire della Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, mentre la seconda a fine anni ’80, e quindi il confronto fra le loro vite è un confronto anche di due epoche. Amalia ha dovuto combattere contro una serie di stereotipi rappresentati dalla madre, che la definiva “maschiaccio” perché non si interessava a quelle che erano considerate le faccende femminili, perciò nei confronti di Elvina ha cercato di essere supportiva e di spingerla a cercare di realizzarsi innanzitutto come donna. La storia di Amalia Ercoli è una vera fonte di ispirazione: si pone come una role model non solo per la figlia, che poi in qualche modo seguirà le sue orme, ma anche per la nipotina Nicole, che ritroviamo in un interessante dialogo proprio nelle ultime pagine. Nel libro si alternano capitoli in cui scrive Amalia a capitoli in cui scrive Elvina da piccola nel proprio diario, quindi da un lato ci sono i racconti “un po’ sfilacciati” della vita di Amalia, come li definisce la stessa Elvina nella postfazione, e dall’altro ritroviamo la freschezza di un diario con quelli che sono anche i momenti di rabbia di una ragazzina in crescita, che si deve scontrare con una madre dalla personalità molto forte.

Alla luce della sua esperienza, Amalia ricorda a ognuna di noi che dobbiamo realizzare il nostro potenziale, ascoltando ciò che abbiamo dentro: «Se una donna invece desse sempre retta a quello che le dicono gli altri intorno… finirebbe per non ascoltare più la voce che le viene da dentro». Amalia ci offre il suo esempio: la sua scelta di studiare ingegneria, in un’epoca in cui erano poche le donne a farlo, la scelta di andare contro i progetti familiari e di dedicarsi a un lavoro impegnativo nonostante una famiglia numerosa.

In un recente intervento pubblico, Amalia Ercoli ha dichiarato di saper parlare bene di due cose: le donne, «perché sono una femminista antesignana» e lo spazio. Dopo il libro dedicato allo spazio, «La signora delle comete», scritto da Tommaso Tirelli per Dedalo, nel quale Amalia racconta l’avventura della missione Rosetta, l’obiettivo di questo libro è di raccontare le scelte delle donne ai bambini, andando oltre gli stereotipi, attraverso la storia di una vita vissuta ascoltando la propria voce interiore. Nel libro, sono numerose le frasi che andrebbero citate, ma su tutte scelgo di citare Elvina nella postfazione: «Io spero che le ragazze di oggi siano consapevoli delle grandi opportunità offerte dalle cosiddette discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e che queste non sono loro precluse. Al contrario: nel futuro della società tecnologica che le aspetta, complessa e in rapidissima trasformazione, l’intelligenza, l’intuito e la passione femminile faranno la differenza. Le ragazze STEM non saranno poche stelle isolate. Saranno intere costellazioni che illumineranno il cielo».

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Martedì, 17 Agosto 2021 20:50

Quanti e misteri

«Quanti e misteri» è stato pubblicato ad aprile 2021 dalla casa editrice Scienza Express nella collana Scienza Junior. Gli autori sono Riccardo Bosisio, Tommaso Corti, Luca Galoppo e Matteo Tagliabue: i tre fisici, Bosisio, Corti e Galoppo avevano già collaborato alla stesura di «Elementare, Einstein» nel 2018, pubblicato sempre da Scienza Express; Matteo Tagliabue è insegnante di letteratura in un liceo di Monza. Le illustrazioni sono state curate da Anna Civello.

Il sottotitolo, «Un giallo tra gatti, fisica e ornitorinchi», ci informa che il genere in questione, questa volta, è quello del giallo, ma la protagonista è ancora la fisica, insieme a Pietro, Francesco ed Elisa, ex alunni della seconda media di «Elementare, Einstein», ora frequentanti la classe prima del liceo scientifico delle scienze applicate. Il racconto ha inizio con Pietro che a dieci anni, per una sfida con un paio di amici, si era ritrovato alla Casa del Diavolo, un rudere nascosto nel fitto del bosco: «Nessuno sa di preciso dove si trovi e addirittura c’è chi dice che non esista affatto, ma girano tante storie e leggende al riguardo, che parlano di ragazzini andati a cercarlo e mai più tornati, o di maledizioni, fantasmi, assassini e sette sataniche». Pietro è riuscito a entrare nella casa, ma ne è fuggito terrorizzato: quell’evento cambierà il corso della sua vita, visto che per tutta estate nessuno lo rivedrà più in giro. Un bel giorno, all’inizio della prima superiore, Francesco informa i due amici che Cosimo Pontecorvo, suo vicino di casa, non dà sue notizie da otto giorni: appassionato di gialli, al ragazzo non sembra vero di poter essere protagonista della soluzione di un mistero. Quando mostra il giornale con la fotografia ai due amici, Pietro reagisce in modo strano, ma pian piano si lascia coinvolgere nella soluzione del mistero, insieme all’insegnante di matematica delle medie, il prof. Lapierre, uno dei protagonisti di «Elementare, Einstein». Districandosi tra l’esperimento della doppia fenditura, il gatto di Schrödinger e il fenomeno dell’entanglement, i tre ragazzi scoprono che Cosimo Pontecorvo ha illustri natali, visto che è nipote di Bruno Pontecorvo, uno dei ragazzi di via Panisperna.

Il racconto è estremamente interessante e coinvolgente, il giallo ha un buon ritmo e il fiato rimane in sospeso fino alla fine, mentre i riferimenti alla fisica moderna, nello specifico alla fisica quantistica, sono spiegati con semplicità e chiarezza. Al termine troviamo anche un paio di appendici: il prof. Lapierre ci spiega l’esperimento della doppia fenditura e il principio di funzionamento dei computer quantistici.
Il libro si presta alla lettura fin dalle medie, perché l’argomento della meccanica quantistica, nonostante non sia semplice, è trattato con una certa leggerezza e questo lo rende accessibile a tutti. Potrebbe essere un modo interessante di introdurre l’argomento anche in una quinta liceo scientifico: l’idea di cominciare usando un alone di mistero potrebbe essere buona e potrebbe aiutare a conquistare i ragazzi all’inizio di un percorso non semplice.

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Martedì, 17 Agosto 2021 20:49

Elementare, Einstein

«Elementare, Einstein» è stato pubblicato a novembre 2018 dalla casa editrice Scienza Express, nella collana scienza junior. Gli autori sono tutti e tre fisici: Riccardo Bosisio e Tommaso Corti, che pur lavorando in altri settori collaborano con le scuole in progetti di divulgazione scientifica, e Luca Galoppo, che insegna matematica e fisica presso un liceo scientifico di Erba. Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Sara Boscacci.

Il sottotitolo «Alla scoperta della fisica con un pugno di indizi» ci dà già l’idea di cosa ci aspetta. La storia è ambientata in autunno in una seconda media: all’improvviso i ragazzi si ritrovano alcuni messaggi misteriosi che accompagnano alcuni oggetti di uso comune e un sasso, il tutto siglato dalle iniziali U.P., delle quali i ragazzi ricostruiscono l’acronimo, ma non il significato. Solo dopo un’indagine che si protrae per tutto l’autunno, i ragazzi riescono a trovare il responsabile di questi messaggi e, con il suo aiuto, ricostruiranno il percorso che sono stati guidati a fare e che li porterà alla comprensione della teoria della relatività. L’intera classe mostra grande entusiasmo e tanta voglia di imparare ed è guidata in questo percorso dal professore di matematica, il prof. Lapierre, oltre che dal misterioso personaggio che ha disseminato gli indizi. Inserite nella narrazione, troviamo cinque schede di approfondimento che ci presentano altrettanti esperimenti di fisica che hanno a che fare con la teoria della relatività: si comincia con l’ottica geometrica, si procede con la misurazione della velocità della luce attraverso gli esperimenti di Rømer e Fizeau, e dopo l’interferenza luminosa si chiude con l’esperimento di Michelson e Morley.

Durante la lettura, sembra davvero di trovarsi all’interno di una classe e di sentire la partecipazione di tutti i ragazzi: non era certo facile dare voce a tutti, ma gli autori riescono a realizzare una sorta di inclusione, che si realizza anche attraverso il coinvolgimento di Amir, ragazzino immigrato che sembra far fatica ad inserirsi all’interno di questa classe, nella quale è arrivato solamente in corso d’anno.
L’abile narrazione mostra tutta la sua forza nel coinvolgere il lettore attraverso concetti di fisica non sempre facili da digerire ed è proprio questo che rende la lettura adatta anche ai ragazzi delle medie, nonostante si parli di teoria della relatività: il lettore può essere invogliato ad approfondire l’argomento, grazie agli indizi disseminati nel corso della storia. Il libro non è consigliato solo ai ragazzi delle medie, ma anche a quelli delle superiori, che possono in esso trovare uno stimolo per affrontare le difficoltà concettuali della fisica moderna, attraverso la passione e la curiosità che questo libro fa nascere.

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Giovedì, 28 Maggio 2020 00:00

Partenze a razzo

«Partenze a razzo», pubblicato dalla DeAgostini è il secondo libro di Luca Perri dedicato ai ragazzi delle medie. Luca Perri è un astrofisico e un divulgatore appassionato, tra i più noti in circolazione, forse anche per merito della sua carica di simpatia e della sua abilità nel rapporto con il pubblico. È stato vincitore dell’edizione del 1015 di FameLab, il talent show della divulgazione scientifica, ma è diventato noto grazie ai suoi post su Facebook, con i quali ha commentato tutti gli eventi scientifici più recenti, a partire dalla rivelazione delle onde gravitazionali. Ultimamente, in occasione del lockdown, ha lanciato l’esperimento #scienzasulbalcone, un evento di citizen science, con il quale ha coinvolto molte persone nella rilevazione dell’inquinamento luminoso.

Il libro è il racconto della corsa allo spazio, che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, è stata un motivo di competizione tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Le illustrazioni divertenti di Marco Tabilio e l’umorismo dell’autore rendono la lettura leggera e divertente, pur regalandoci numerose informazioni. In questo testo, come in quello di «Errori galattici», l’accento è posto sui numerosi errori che hanno rischiato di compromettere le missioni spaziali. Nell’introduzione, l’autore si rivolge direttamente al lettore, invitandolo a confrontare il sogno di diventare un astronauta con la realtà di questa professione. In conclusione, Perri rivela le sue reali intenzioni: «Ho scritto [questo libro] per convincerti che, nonostante tutti i rischi, ognuno di noi dovrebbe voler fare» l’astronauta. «Per scoprire le storie che l’Universo può raccontarci, certo. Ma anche per capire chi siamo, per sentirci un po’ meno importanti ed eterni. Perché sapere di essere fragili, a volte, è l’unica strada per sopravvivere e salvare la propria casa.» In altre parole, Perri non perde occasione per ricordarci il senso della ricerca scientifica che, per qualche decennio, si è palesato anche nella corsa allo spazio.

La lettura dei libri per ragazzi è sempre l’occasione per ritrovare uno sguardo sulla scienza un po’ più disincantato, meno inquinato dalle difficoltà che l’età adulta porta con sé e, proprio perché più ingenuo, sicuramente più ricco di sogni. Consiglio la lettura non solo ai ragazzi delle medie, per i quali è stato pensato, ma a tutti coloro che volessero affrontare questo viaggio spaziale con un po’ di umorismo. Per coloro che poi sentissero il bisogno di approfondire ulteriormente l’argomento, c’è sempre la possibilità di continuare il percorso con «Astrobufale».

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