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Martedì, 06 Agosto 2013 08:00

L'ultima risposta di Einstein

TRAMA: 
Javier Costa, giornalista e autore di un programma radiofonico, durante una puntata su Einstein ipotizza che lo scienziato non abbia reso pubbliche le sue ultime scoperte, per il timore che l’umanità non fosse pronta a recepirle. Al termine della puntata, trova una busta sulla quale è riportata una formula, E = ac2, e contenente una cartolina che lo invita a Cadaqués. L’appuntamento è nell’abitazione di un certo Yoshimura, apparentemente ignaro di tutto, e ad attenderlo ci sono anche Pawel, professore di fisica dell’Università di Cracovia, Jensen, editore di “Mysterie”, una rivista pseudo-scientifica e Sarah Brunet, una trentenne francese che sta completando una tesi su Mileva Marić, la prima moglie di Einstein. Durante la discussione che segue, si parla della prima figlia di Mileva e Einstein, nata fuori dal matrimonio, Lieserl: Pawel ipotizza che sia depositaria dell’ultimo segreto del padre.
Il lunedì successivo, Javier apprende che Yoshimura è stato assassinato e teme di essere uno dei sospettati. Con una mail, il direttore editoriale del Princeton Quantic Institute gli chiede di concludere la biografia di Einstein iniziata da Yoshimura e Javier accetta, rinunciando al suo incarico alla radio. Si reca a Zurigo, per ripercorrere la vita di Einstein a partire dal Politecnico e al Cabaret Voltaire, dove lo ha indirizzato una telefonata anonima, incontra un’adolescente dai capelli azzurri e trova le indicazioni per un ulteriore appuntamento: venerdì a mezzogiorno, a Berna, al Rosengarten. Qui incontra Sarah Brunet, visibilmente infastidita dall’incontro e Jacob Suter, la massima autorità di Berna per quel che riguarda Einstein, che viene ucciso.
Successivamente, Sarah riceve un sms sul proprio cellulare che indica un ulteriore appuntamento, a Belgrado in una caffetteria dove, con Javier, incontra Jensen, che dichiara di conoscere l’ultima risposta di Einstein. Morirà avvelenato un attimo prima di svelare il segreto al mondo.
Javier e Sarah parlano a Novi Sad con una sorellastra di Lieserl, che fornisce loro alcune informazioni sulla donna. A New York incontrano David, figlio di Lieserl, che però li congeda bruscamente. Javier si reca a Princeton, dove trova una lettera della nipote Mileva, figlia di Lieserl, al nonno Einstein e incontra anche Pawel, che insiste per accompagnarlo a New York in auto. Durante il viaggio, lo scienziato attira il giornalista in una trappola e solo l’intervento di Lorelei, la ragazzina dai capelli azzurri che lo segue da Zurigo, riesce a salvarlo, nonostante rimanga seriamente ferito…
 
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COMMENTO:
Una caccia al tesoro che si conclude con una risposta inaspettata e che, durante tutto il dispiegarsi della vicenda, ci accompagna con la biografia di Einstein. Javier, il protagonista, approfondisce le sue conoscenze proprio grazie al suo coinvolgimento nella vicenda e noi lettori, con lui, scopriamo eventi della vita del geniale fisico di cui magari non eravamo a conoscenza.
Un libro poco impegnativo, ma piacevole, consigliato a tutti.
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Martedì, 06 Agosto 2013 07:56

La vendetta di Pitagora

TRAMA: 
Tutto ha inizio il 27 settembre 1997, quando un terremoto colpisce la zona di Assisi, danneggiando gravemente la basilica di San Francesco, del XIII secolo, e l’annesso convento. Tra le altre cose, il terremoto provoca il crollo di un muro, oltre il quale vengono ritrovati vari oggetti, tra i quali una piccola collezione di libri antichi. Il bibliotecario del convento decide di venderne alcuni, per raccogliere il denaro per la ricostruzione della basilica. Uno dei manoscritti viene offerto, a novembre, a un libraio antiquario che chiede la consulenza di Elmer James Galway, professore di storia classica all’Oriel College di Oxford. Secondo l’esperto, il manoscritto è probabilmente una lettera in cui l’autore racconta, come testimone oculare, la morte di Pitagora e afferma di essere in possesso di un documento scritto dallo stesso Pitagora. Analizzando il testo, i due si accorgono che ne manca la parte: purtroppo, la seconda parte del manoscritto è stata trafugata. Gregory Trench, medico e fedele di una setta neopitagorica, “Il Faro”, riesce ad ottenere il manoscritto: obiettivo di questa setta è rintracciare la reincarnazione di Pitagora, l’unica persona che sarebbe in grado di salvare il genere umano dall’estinzione. La setta è stata fondata nel 1979 da un misterioso personaggio, convinto che Pitagora si sarebbe reincarnato intorno alla metà del XX secolo. Dopo un esame accurato delle pagine ritrovate, il Consiglio incarica Trench di reclutare qualcuno che possa essere dotato delle abilità necessarie per interpretare il messaggio e riconoscere la reincarnazione del Maestro. Entra quindi in gioco Jule Davidson, un matematico, che viene reclutato grazie alla sua risposta a un enigma matematico su un sito. Oltre a lui, della squadra fanno parte anche Rocky, ex lottatore professionista, Houdini, un mago della meccanica e dei computer e Laura Eva Hirsch, una professoressa di lettere classiche all’Università dell’Illinois, che sta scrivendo un libro su Pitagora. Nell’operazione “la Caccia”, Jule e Laura hanno il compito di riconoscere la reincarnazione di Pitagora, mentre Rocky e Houdini devono preoccuparsi del “recupero”. Riconoscendo nel manoscritto ritrovato una traccia per procedere nelle proprie ricerche, Jule e Laura chiedono di poter visionare anche la prima parte del libro. Per poter avere accesso alle pagine tradotte da Galway, Houdini si introduce in casa sua e gli ruba il computer...
 
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COMMENTO:
Il libro è piacevole e accessibile a tutti. I contenuti matematici sono spiegati in modo esauriente nelle appendici al termine del libro. È un modo diverso di “incontrare” Pitagora e la matematica: quanto il Maestro ha trasmesso con la sua setta, potrebbe essere ancora attuale? 
Il libro lascia capire che la matematica pitagorica è sicuramente ancora attuale, considerato che i numeri “dominano sempre più il mondo creato dagli uomini”, basti pensare agli acquisti via internet.
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Venerdì, 02 Agosto 2013 16:04

L'anomalia

TRAMA:
Massimo Redi, professore universitario, è stato invitato a tenere una conferenza a Erice, presso la Fondazione “Ettore Majorana”, creata dal prof. Antonino Zichichi nel 1962, in occasione di un seminario sulle Emergenze Planetarie. Al suo atterraggio a Palermo, trova Fabio Moebius, un suo ex allievo, intelligente ma molto originale, che attualmente si trova alla Stanford University in California, con una borsa di studio. Fabio chiede al professore un passaggio per Erice e dichiara di contare su di lui per essere ammesso al seminario. Più avanti Fabio spiegherà a Massimo il motivo per cui è giunto a Erice: occupandosi di reti strutturate, gli sono stati messi a disposizione – presumibilmente dalla National Security Agency – dei dati reali. Qualche mese prima ha visto una struttura insolita: con radice al Cern, si è propagata verso le principali università del mondo e le ambasciate, con un gran numero di utenti presumibilmente collegati ai servizi segreti. Quando ha capito che una delle propaggini aveva investito l’indirizzo IP di Massimo, ha deciso di raggiungerlo, per capire cosa stesse succedendo.
Appena giunto al seminario, Massimo incontra Alexander Kaposka, fisico nucleare ucraino, conosciuto a un precedente meeting sulla riconversione della tecnologia militare. Poco dopo, Massimo intravede Giulia Perego, una sua ex, donna molto bella, dall’eleganza semplice e raffinata, ma anche molto intelligente e impegnata in campo scientifico. Altra vecchia conoscenza è il colonnello Craig, che lo saluta con grande affetto: si tratta di un tenente del reparto approvvigionamenti dell’esercito degli Stati Uniti.
Rientrando in camera la prima sera, Massimo e Fabio trovano il corpo di Alexander Kaposka; dopo essere stati in caserma dai carabinieri per la deposizione, vengono convocati da Zichichi nel suo studio: questi vuole chiedergli, come favore personale, di non raccontare a nessuno quanto è successo, perché durante il seminario è previsto l’intervento del Pontefice.
Il seminario comincia come previsto, ma un nuovo evento obbliga gli inquirenti a sospendere le conferenze: l’omicidio di Giulia Perego. Per capire se esista un collegamento tra i due omicidi, Massimo e Fabio decidono di indagare.
 
COMMENTO:
Thriller scientifico dal ritmo incalzante, nel quale si alternano e quasi si confondono passato e presente, Guerra Fredda e attentato dell’11 settembre, razionalità e amore, scienza e fede. Un libro coinvolgente, con il quale l’autore ci aiuta a comprendere meglio la scienza moderna e, al tempo stesso, smonta alcune delle errate convinzioni riguardanti matematica e fisica. 
L’autore è abile nel lasciar formulare al lettore le ipotesi più fantasiose per la soluzione dei misteri che si aprono una pagina dopo l’altra e ciò che ci svela nel finale non è scontato  né prevedibile.
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Venerdì, 02 Agosto 2013 16:00

L'energia del vuoto

TRAMA:
Il romanzo si apre con la fuga di Pietro Leone, impiegato dell’Onu, con il figlio Nico, adolescente ribelle: la moglie di Pietro, Emilia Viñas, direttore di uno degli esperimenti dell’Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è scomparsa lasciando un dischetto sul quale sono registrati alcuni dati dell’esperimento. Pietro parte per Barcellona, dove incontra Juan Manuel Fajardo, professore all’Institut de Fisica d’Altes Energies: l’amico potrà forse aiutarlo a decifrare la pista lasciata da Emilia e, in questo modo, magari potranno ritrovarla.
In un incastro continuo tra presente e passato, prima-dopo-durante, Arpaia ha la capacità di presentare più storie in una: 
- la vicenda di Nuria Moreno, nota giornalista di uno dei più importanti giornali di Madrid: a Ginevra per intervistare Emilia, scoprirà un nuovo mondo, attraverso le spiegazioni dei più bravi fisici impegnati al Cern. La sua passione per la fisica continuerà anche dopo la stesura dell’articolo e, grazie al suo legame con Nico, aiuterà padre e figlio a trovare una parte della soluzione dell’enigma che ha coinvolto Emilia;
- l’impegno professionale di Emilia Viñas che viene nominata direttore dell’esperimento, ma deve pagare lo scotto di una grave crisi familiare. Inoltre, il suo coinvolgimento in un’indagine di polizia, volta a trovare i responsabili dell’attentato che ha portato alla caduta della Torre Eiffel, complica ulteriormente la sua vita, mettendola in crisi anche dal punto di vista lavorativo;
- le vicissitudini interiori di Pietro, addolorato per il fallimento del matrimonio, preoccupato per la moglie, disorientato dal difficile rapporto con il figlio adolescente, bistrattato dal capo: la sua ricerca di una risposta è un viaggio attraverso l’Europa, in una fuga confusa e disordinata come la sua vita.
Altri personaggi popolano il romanzo: tra i fisici ci sono George Murray, “crociato delle stringhe”, Marcello Milanesi, Eduard, che non si accontenta della risposta più semplice e rischierà di rimetterci la vita; poi ci sono Yusuf Zaman, capo di Pietro all’Onu, usato dagli attentatori come copertura del complotto contro l’acceleratore, Safira, Nirad, Abdulaziz, il misterioso Monsieur Lévy… e l’acceleratore: il principale protagonista e l’obiettivo del complotto. Il modo in cui vengono processati i dati provenienti dagli esperimenti del Cern è la chiave di volta dell’intero romanzo, perché il complotto nasce proprio dalla scelta degli eventi che vengono studiati (con 40 milioni di collisioni al secondo, bisogna setacciare gli eventi più rilevanti attraverso filtri elettronici, trigger, che li riducono a cento per ogni secondo).
«Quando pensiamo di avere qualche nuova idea, siamo molto più simili agli artisti: in quella zona confusa in cui le idee non sono ancora né giuste né sbagliate, ma solo ombre di possibilità, seguiamo, sì, le regole, il rigore matematico, ma ci lasciamo anche guidare dalle sensazioni, dalle nostre intuizioni, o forse solamente dal desiderio che l’universo sia proprio come noi lo immaginiamo. Spesso, poi, andiamo avanti seguendo quel presentimento, e ci restiamo aggrappati anche se i dati dicono che probabilmente stiamo prendendo qualche cantonata. Alla fine, di solito, ci salva la sperimentazione. È giusto, non è giusto: punto. E si prosegue. Almeno, questo era vero fino a poco fa. Oggi abbiamo teorie che non prevedono possibili verifiche e sono in tanti a chiedersi se questa è ancora scienza… Comunque, le assicuro che la fisica è molto divertente. E appassionante, intensa, perché può darti fitte di adrenalina da restarci secco…»
 
COMMENTO:
Un romanzo avvincente e coinvolgente, con la fisica come sfondo, la fisica moderna dei grandi investimenti del Cern, quella delle grandi collaborazioni – più di ottomila fisici, tecnici e ingegneri di una sessantina di paesi – la fisica che stupisce e impaurisce (come dimostrano i titoli dei giornali che hanno preceduto l’apertura degli esperimenti). Le spiegazioni date a Nuria Moreno aiutano il lettore a capire meglio il funzionamento dell’Lhc, scardinano le convinzioni più diffuse – non conosciamo tutto, ma più o meno il 4 % dell’universo – aprono la mente sulle nuove indagini attualmente in corso. Si inseriscono bene all’interno della storia, il cui ritmo non risente di questi approfondimenti. 
All’inizio si fa fatica a destreggiarsi tra il presente, con il viaggio di Pietro e Nico, e i diversi livelli di passato, che ci spiegano l’antefatto, ma la relatività del tempo anche all’interno del romanzo richiama in qualche modo la teoria della relatività di Einstein. 
Un po’ insoddisfacente il finale: un po’ affrettato ed inoltre la sua mancata collocazione temporale e i tempi al futuro danno alla vicenda un che di non concluso.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 16:30

La serie di Oxford

TRAMA:
Nel 1993, uno studente ventiduenne neolaureato di Buenos Aires, a Oxford con una borsa di studio per un soggiorno di un anno, diventa l’inconsapevole spettatore di una serie di delitti che sconvolgono la tranquilla cittadina. Lo studente ha affittato una camera con bagno da Mrs Eagleton e il primo mercoledì di maggio, giorno in cui dovrebbe pagare l’affitto, si trova in attesa alla porta della signora con Arthur Seldom, uno dei più grandi logici del mondo, che ha scritto anche un’opera divulgativa sulle serie logiche. Seldom ha uno strano presentimento e decide di entrare, nonostante pare che Mrs Eagleton non sia in casa: la trovano morta, soffocata con un cuscino che le è stato premuto sulla faccia. Immediatamente giunge l’ispettore Petersen che comincia a indagare sull’omicidio: Seldom dichiara di aver ricevuto un biglietto nel quale si annunciava la morte della donna, con la scritta “il primo della serie”. Purtroppo del biglietto non c’è più alcuna traccia. L’ispettore sospetta inizialmente di Beth, la nipote di Mrs Eagleton, ma un nuovo omicidio, anche questa volta preannunciato da un biglietto a Seldom, lo costringe a ricredersi, anche se si tratta di un “delitto che in principio nessuno ha visto come un delitto”. Durante un concerto, Seldom e il giovane studente sono tra il pubblico: vedono morire sulla scena l’anziano suonatore di triangolo, la terza vittima di questa serie. E, anche in questo caso, l’assassino si assume la responsabilità dell’evento, aggiungendo un ulteriore elemento alla serie logica cominciata con Mrs Eagleton. In ogni biglietto, infatti, compare un simbolo e Seldom è riuscito a prevedere quale sarà il seguito. Per fermare in qualche modo questa serie di omicidi, l’ispettore decide di pubblicare sull’Oxford Times la notizia della terza morte, con il disegno del terzo simbolo e un’intervista in cui vengono rivelati anche i primi due. Nel frattempo, il mondo matematico è in subbuglio: Andrew Wiles ha annunciato che dimostrerà, dopo un lavoro durato sette anni, l’ultimo teorema di Fermat.
 
COMMENTO:
L’utilizzo della matematica in questo libro è sopraffino: la matematica permea tutta la vicenda, ne è la protagonista, insieme alla ricerca della verità. Verità che viene analizzata, indagata, studiata, nelle sue diverse sfaccettature: la verità della giustizia, la verità della matematica, la verità della logica. In tutto questo il teorema di Godel fa da sfondo e la dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat a opera di Wiles fa capolino nella vicenda.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 16:29

Delitti pitagorici

TRAMA:
Parigi. Mercoledì 8 agosto 1900. Auditorium della Sorbona. Hilbert sta per cominciare la sua prolusione: “Sui futuri problemi dei matematici”, durante il Congresso Internazionale dei Matematici. Qui si incontrano due giovani matematici greci, Stèfanos e Mihaìl: Mihaìl proviene da una famiglia aristocratica molto in vista e sta studiando a Gottinga per acquisire le conoscenze tecniche ed economiche indispensabili a rilevare un giorno l’azienza di famiglia. Stèfanos studia a Parigi dal 1897, anno in cui si è chiusa la guerra dei Trenta Giorni, durante la quale ha avuto modo di distinguersi per un atto di eroismo, che gli ha fatto ottenere il finanziamento dei suoi studi. Osservano i grandi matematici convenuti a Parigi: Sul volgere del secolo, i più noti studiosi del mondo erano riuniti in un’aula e seguivano un collega che commentava il lavoro e i metodi degli altri e delineava la rotta e le prospettive della scienza nella nuova epoca. Era splendido assistere dal vivo alle reazioni dei diretti interessati e indovinare sui loro volti il consenso, la sospensione del giudizio, il disaccordo. Al termine delle conferenze, i due giovani trascorrono piacevoli serate insieme, durante le quali parlano di se stessi e della matematica. Mihaìl mostra interesse per la geometria, Stèfanos si occupa di teoria dei numeri, ma il secondo problema di Hilbert ha catturato la sua attenzione e pensa a un meccanismo a priori che possa controllare una teoria senza passarla al vaglio della pratica. Mihaìl non è d’accordo: “Anche se un giorno avessi la sventura di scoprire un simile meccanismo diabolico, lo terrei nascosto al mondo intero, per non dire che mi taglierei la lingua e le mani nel timore che mi tradissero, e involontariamente lo scrivessero o lo dicessero a qualcuno.” Nonostante questa divergenza, durante la quale entrambi sostengono con energia il proprio punto di vista, Mihaìl si rende conto di come stia diventando profonda la loro amicizia: “Da quel momento in poi presi a considerare la conversazione con Stèfanos Kandartzìs uno dei più grandi piaceri della vita.” Durante le loro serate, Stèfanos e Mihaìl incontrano tre giovani pittori, da poco arrivati dalla Spagna, tra cui Picasso, che mostra un grande interesse per il mondo della matematica: “Un amico sostiene che la geometria se la fa con gli artisti come la grammatica con gli scrittori”. Dopo il Congresso, i due amici si salutano, convinti di incontrarsi di nuovo presto: invece dovranno aspettare dieci anni, perché Mihaìl, dopo la morte del padre, deve tornare ad Atene per occuparsi dell’azienda familiare. La nonna insiste perché lui si sposi con Anna Delapòrta, ma Mihaìl resiste alle pressioni fino al 1906. Alla fine del 1909, Anna se ne va, assumendosi le responsabilità del divorzio. Mihaìl ritrova la propria passione per la matematica e nel marzo del 1910, durante una conferenza del professor Nikòlas Hatzidàkis all’Università di Atene, ritrova Stèfanos, che da qualche mese insegna in un ginnasio maschile della Plàka. Stèfanos non si è ancora arreso al secondo problema di Hilbert. Mihaìl ne è infastidito: “Il teorema della completezza e della non contraddittorietà con cui mi minacciava entrava in diretta antitesi con la mia percezione estetica della matematica”. Stèfanos e Mihaìl si incontrano ogni giovedì: due mondi completamente diversi che si incontrano ogni settimana, per discutere di matematica. Una sera il vecommissario Andonìou comunica a Mihaìl che Stèfanos è stato trovato morto nella sua casa di Neàpoli…
 
COMMENTO:
Denso di matematica, spiegata con semplicità e coerenza, questo libro ha una trama avvincente e un finale sorprendente, anche se, come in ogni giallo, la chiave della soluzione è presente fin dall’inizio. Mihaìl racconta in prima persona la storia della sua amicizia con Stèfanos, con lo sfondo della matematica che nei primi decenni del Novecento è protagonista di grandi cambiamenti. Il romanzo coinvolge, invita a cercare una soluzione all’assassinio di Stèfanos, ma al tempo stesso guida il lettore alla scoperta della matematica, indagata anche dai giovani artisti che popolano Montmartre.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 13:23

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

TRAMA:
Wellington, il cane della signora Shears, è stato ucciso, trafitto da un forcone. Christopher John Francis Boone, ragazzo di 15 anni affetto dalla sindrome di Asperger, decide di indagare per trovare il colpevole e di scrivere un libro al riguardo. Nel libro descrive anche la propria situazione, parla un po’ di sé, delle proprie passioni e manie, della propria vita: la madre è morta due anni prima e, durante le sue indagini, Christopher scopre che prima di morire aveva una relazione con il signor Shears. Lo scrive nel libro e quando il padre lo legge, ha una reazione molto violenta: picchia Christopher e getta il libro nella spazzatura. L’indomani Christopher ritrova il libro nell’armadio del padre, insieme a delle buste indirizzate a lui: ne prende una, la legge, ma non riesce a capacitarsi di quale sia la verità in essa contenuta. Solo sei giorni dopo, procurandosi altre lettere, può scoprire che sono lettere della madre che in realtà non è morta, ma è scappata a Londra con il signor Shears. Per Christopher è una vera e propria doccia fredda: il padre gli ha mentito, la madre non è morta.
Quando ha luogo il confronto con il padre, questi scoppia a piangere e tenta di giustificarsi e, per riconquistare la fiducia del figlio, gli confida di aver ucciso il cane della signora Shears, con la quale aveva avuto una relazione dopo la fuga della moglie. Per Christopher è troppo: impaurito e spaventato, decide di andarsene da Swindon, per raggiungere la madre a Londra. Il fatto che il padre avesse ucciso il cane significava, per Christopher, che avrebbe potuto uccidere anche lui.
Dopo un viaggio rocambolesco, in treno e in metropolitana poi, Christopher raggiunge la casa della madre e, nascosto dietro ai bidoni della spazzatura nel giardino di fronte, aspetta il suo rientro. La madre è stupita e al tempo stesso molto amareggiata per quanto il padre di Christopher ha raccontato al figlio e decide di tenerlo con sé. L’arrivo di Christopher, però, scatena accese discussioni tra il signor Shears e la madre, tanto che quest’ultima decide di tornare a Swindon. Christopher può così affrontare il tanto atteso esame di matematica come era in programma e lo supera con il massimo dei voti. Pian piano si riavvicina al padre, con il quale costruisce anche un orticello in giardino. 
Ora Christopher è fiducioso: tra un anno lo aspetta l’esame di matematica avanzata e sa “di potercela fare perché sono andato a Londra da solo e perché ho risolto il mistero di Chi ha ucciso Wellington? e ho trovato mia madre e sono stato coraggioso e ho scritto un libro e questo significa che posso fare qualunque cosa”.
 
COMMENTO:
Semplice e coinvolgente, il libro è adatto a chiunque, dato che i brani di matematica sono trattati in modo elementare. La descrizione della malattia di Christopher è accurata e il fatto che sia scritto in prima persona aiuta il lettore ad immedesimarsi meglio.
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Giovedì, 25 Luglio 2013 16:00

Il Teorema del Pappagallo

TRAMA:
Max, undicenne sordo, figlio adottivo di Perrette, incontra il pappagallo durante le sue peregrinazioni al mercatino delle pulci: due loschi figuri stanno tentando di rapirlo. Decide di portarlo a casa con sé, visto e considerato che ha anche una vistosa ferita sulla fronte. La reazione di Perrette non è delle più entusiaste, ma alla fine Max e i gemelli riescono a convincerla. 
La sera in cui Nofutur (il pappagallo) fa il suo ingresso nella casa di Montmartre, si svelano molti segreti: Perrette racconta come ha incontrato il signor Ruche, l’ottantaquattrenne invalido che è il proprietario della libreria “Mille e una pagina”, e parla anche della nascita dei gemelli. In realtà, non svela completamente il mistero che avvolge il loro concepimento. È per questo motivo, per la caduta nel tombino che Perrette ha legato al concepimento, che Ruche decide di andare incontro ai due gemelli, sconvolti per questa rivelazione e comincia a parlare di Talete, documentandosi alla Bibliothèque Nationale. 
Complice l’arrivo delle due lettere del vecchio amico Grosrouvre, comincia per la famiglia un viaggio all’interno della storia della matematica, con l’aiuto della Biblioteca della Foresta, ovvero dei libri inviati da Grosrouvre e raccolti da lui stesso nel tempo di una vita. Cercando di interpretare la lettera di Grosrouvre, alla ricerca di un motivo che spieghi la sua morte, Ruche incontra vari personaggi: Pitagora, che vedeva numeri ovunque, Euclide, celebre per i suoi Elementi, i tre problemi dell’antichità, Omar al-Khayyam, con la sorprendente rivelazione che l’algebra non è nata in Grecia, Brahmagupta e i numeri indiani (o arabi?), Tartaglia e i suoi segreti, Cardano e i suoi loschi intrecci, Abel e Galois, con la loro fine prematura, Fermat e Goldbach, autori delle due congetture che Grosrouvre afferma di aver dimostrato e infine Eulero… 
Ma dal passato è in arrivo un colpo di scena...
 
COMMENTO:
Un modo originale e simpatico per riprendere in mano la storia della matematica, attraverso le vicende umane dei suoi protagonisti. È un libro utile per tutti coloro che si vogliono avvicinare alla matematica, con un approccio diverso da quello scolastico, ma anche per quelli che vogliono iniziare in questo modo un cammino più impegnato di approfondimento.
Ottimo per gli studenti.
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