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Domenica, 11 Giugno 2023 16:57

Archimede, l'arte della misura

«Archimede, l’arte della misura» è stato pubblicato nel 2021 dalla Casa Editrice il Mulino, sesto libro della collana “Formule per leggere il mondo”, che esplora le formule presentandone il percorso di scoperta fino ad arrivare all’utilizzo attuale, passando per i problemi da esse risolti. L’autore è Marco Andreatta, che con questo libro ha vinto il Premio Nazionale per la Divulgazione Scientifica nel 2022, nell’area “Scienze matematiche, fisiche e naturali”. Marco Andreatta è professore ordinario di geometria all’Università di Trento, nella sua carriera è stato Presidente del Muse, il museo delle scienze di Trento, e con la casa editrice il Mulino ha pubblicato anche «La forma delle cose. L’alfabeto della geometria» nel 2019.

Il racconto di Marco Andreatta prende avvio dalla considerazione che la misura delle cose «è un’attività centrale della specie umana, con implicazioni non solo di natura matematica e scientifica ma anche economica e politica».
Con il primo capitolo incontriamo l’aneddoto più noto riguardante Archimede, cioè la difesa della città di Siracusa durante l’assedio romano: al termine ci sarà un cambio di equilibri di potere che determinerà un arresto dello sviluppo della matematica. Il secondo capitolo è dedicato al Metodo e l’autore indaga con dovizia di particolari il contesto nel quale è stato scritto. Come tante altre opere dell’antichità, ha avuto un percorso travagliato, visto che è stato perduto, ritrovato, trafugato, ed è ricomparso solo nel 1998, quando ha cominciato una seconda vita nella sua versione digitale, accessibile a tutti. Il terzo capitolo è dedicato all’opera La misura del cerchio e della sfera, e i calcoli meccanici di Archimede sono ripercorsi con attenzione e tradotti nel linguaggio moderno, per essere resi più facilmente accessibili: il percorso è a tratti impegnativo, se si vuole seguire il procedimento, ma le figure e la chiarezza dell’autore non possono che essere fonte di ispirazione.

Dal quarto capitolo in poi, Archimede approda alla storia moderna, dove viene riscoperto, rivisitato, reinterpretato: in piena rivoluzione scientifica, Galileo Galilei ne utilizza i metodi per dimostrarci che il volume della scodella è uguale al volume del cono. Andreatta ci permette di scoprire in autonomia i calcoli proposti, attraverso un brano dei Discorsi di Galilei, con il quale ci invita a cogliere la ricchezza letteraria dell’opera. Dopo Galileo Galilei, è la volta di Guass: il suo teorema Egregium diventa l’inizio di un percorso che porta alle geometrie non euclidee, con la geometria sferica e l’imperfezione delle carte geografiche, fino ad arrivare al modello della pseudosfera di Beltrami, con la trattrice e la geometria iperbolica. Dopo il teorema di uniformizzazione dimostrato da Poincaré, il problema isoperimetrico e l’indagine degli iperspazi, con i tesseratti e le ipersfere, giungiamo ad Einstein, che usa la geometria di Riemann nella teoria della relatività.

Pur non mancando di spiegare e dimostrare classicamente, l’autore mostra di prediligere un approccio meccanico, simile a quello di Archimede, e non manca di sottolineare la ricchezza di questo metodo. Nel percorso non mancano i riferimenti letterari, come il Purgatorio e il Paradiso di Dante, e la scalata si conclude con l’interpretazione geometrica di Minkowski della teoria della relatività. L’ultimo passo è dato dall’equazione di campo, riconosciuta come una versione contemporanea di quella di Archimede, che presenta da un lato il marmo pregiato della geometria e dall’altro il legno scadente della materia. Archimede ha descritto la sfera, e quindi il globo terrestre, calcolandone il volume e la superficie, Gauss è ripartito dalla sfera, definendola come la superficie di massimo volume con un dato bordo, e l’equazione di campo definisce la forma dell’universo, in un bellissimo crescendo, sia dal punto di vista dell’ambizione dei fisici – che ampliano l’orizzonte di ciò che può essere descritto – sia per quanto riguarda la matematica implicata, visto che nell’equazione di campo, grazie alla notazione tensoriale, sono riassunte dieci equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari. Non solo: l’ascesa si conclude con le onde gravitazionali, fenomeno intravisto da Henri Poincaré, teorizzato da Einstein ed osservato solo recentemente, che costituisce di fatto una soluzione numerica della stessa equazione.

Marco Andreatta comincia con le leggende che costellano la vita di Archimede per arrivare alle più grandi scoperte dell’epoca moderna, ovvero alla conferma della teoria della relatività generale. La casa editrice ha fatto una scelta coraggiosa nel proporre una collana dedicata alle formule (che compaiono persino in copertina), se vale quanto ha sempre dichiarato Hawking in merito al crollo delle vendite di un libro in presenza di formule. Il lettore sa di doversi impegnare per seguire il percorso, che non è stato certo banalizzato: le immagini e la meccanicità tipica del metodo archimedeo rendono sicuramente tutto più facile, ma a volte sono necessari carta e penna per ottenere una comprensione piena.
Il percorso storico presentato da Marco Andreatta è davvero godibile: ottimo per cogliere la continuità tra passato e presente, fonte di ispirazione per gli insegnanti, consigliatissimo a tutti!

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Martedì, 18 Agosto 2020 00:00

La nonna di Pitagora

«La nonna di Pitagora» è stato pubblicato nel 2013 dalla Casa Editrice Dedalo ed è stato scritto da Bruno D’Amore e Martha Isabel Fandiño Pinilla, entrambi matematici, entrambi impegnati nei master post-laurea e nei dottorati di ricerca in Didattica della Matematica.

Il libro, che si rivolge agli adolescenti, è una raccolta di dieci racconti dedicati a importanti matematici: Pitagora, Archimede, Euclide, Ipazia, Maria Gaetana Agnesi, Eudosso, Talete, Cartesio, Eulero e Giuseppe Peano. I loro importanti risultati sono descritti in forma di “racconti menzogneri”, ovvero la storia che viene raccontata è fantasiosa, totalmente inventata e utilizza la casualità e l’intervento di personaggi secondari per spiegare il modo in cui sono stati raggiunti importanti risultati. Così la nonna di Pitagora lo aiuta nella dimostrazione del suo teorema; Archimede viene aiutato dalla sorella Iliada che gli permette di trovare la formula del volume della sfera, facendo ricorso a una simpatica e famosa filastrocca; Euclide ha l’aiuto dello zio, che gli suggerisce di classificare come postulato il ben noto postulato delle parallele; Ipazia, poco prima di essere uccisa, viene aiutata dal monaco Atanasio nelle sue riflessioni sulle coniche; Maria Gaetana Agnesi dà il nome di versiera alla sua curva grazie a un mendicante che glielo suggerisce; Eudosso trova il volume della piramide grazie all’intervento di uno schiavo che gli realizza dei solidi con il fango; Talete deve il suo celebre teorema, in questo caso la misurazione dell’altezza di una colonna, all’intervento dei suoi figli, gemelli; Cartesio inventa il piano cartesiano, grazie all’intervento di un prete che disegna l’asse delle ordinate; Eulero riesce a dimostrare il problema dei ponti di Königsberg, grazie all’intervento della moglie, poco prima dell’incendio che distrugge la sua casa; Peano ammette lo zero tra i numeri naturali, grazie all’intervento della sua governante.

Questa prima parte, che è volutamente favolistica e parabolica, ha un intento anche didattico: descrivere in qualche modo la scoperta casuale di grandi risultati matematici e al tempo stesso permettere allo studente di interiorizzare meglio questi risultati, grazie al racconto. Nella seconda parte, però, ci sono le biografie di questi importanti matematici, accompagnate dai risultati conseguiti nel corso della loro carriera. Il cambio di passo tra le due parti viene segnalato anche dalle illustrazioni di Franco Grazioli che, nella prima parte, aiutano la memoria fotografica, mentre sono poco presenti nella seconda parte. Il libro si apre con la prefazione di Maurizio Matteuzzi, filosofo del linguaggio, scomparso recentemente.

«Tutti dicono che gli adolescenti odiano o, per lo meno, non amano la matematica; ma non sarà perché la vedono come intoccabile, lontana dalla loro vita reale, perfetta, cristallina, intoccabile?». Eppure sappiamo che «si appropriano di tutto quel che li entusiasma», perciò perché non usare questo entusiasmo?

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Domenica, 01 Marzo 2020 18:36

Il matematico che sfidò Roma

Al centro di questo romanzo c’è la storia dell’assedio di Siracusa ad opera dei Romani, conclusosi con la morte di Archimede. La vicenda ha come voce narrante Dinostrato, prima servo e poi discepolo di Archimede, che racconta al generale romano, Marco Claudio Marcello, la vita di Archimede. «Sono due racconti diversi. Il mio padrone in pace, il mio maestro in guerra», esordisce Dinostrato. E così comincia a dipanarsi la vicenda, in due tempi diversi, in un’alternanza di pace e guerra, passato remoto e passato recente. La prima parte comincia nel 227 a.C. e attraversa un arco di dodici anni: dall’arrivo di Dinostrato presso Archimede come servo fino al suo nuovo ruolo da discepolo. La seconda parte parla dei due anni di assedio, dal 214 a.C., con le invenzioni di Archimede e gli interventi di Dinostrato per spingere il suo maestro a intervenire in difesa di Siracusa.

Dinostrato ci racconta la sua formazione, il suo rapporto sempre più stretto con Archimede, le difficoltà date dalla sua condizione di servo, le sofferenze che ha incontrato nella sua vita... Non manca nulla in questo racconto di vita, che ci presenta Archimede in “forma umana”, non solo come il genio un po’ svitato, nudo e urlante, della corona di Gerone. «I primi tempi – ricordo – le stranezze del mio padrone, il suo agire più affine agli usi felini che alle costumanze degli uomini, mi spaventavano», racconta Dinostrato all’inizio. Alla fine arriverà a dire: «È questo il grande traguardo del mio padrone: far comprendere agli uomini che l’arbitro dei potenti, le pretese dei tiranni, la spocchia dei nobili, la superbia dei re, di fronte alle Leggi Naturali sono nulla. La consapevolezza delle Verità Matematiche Uniche ed Eterne, dice il maestro, rende gli uomini uguali sotto il cielo.»

La vicenda, già di per sé affascinante, è impreziosita da racconti che la rendono più che attuale: per molti aspetti, gli scienziati sono ancora malvisti dai più, mentre molti preferiscono cercare un rimedio nelle superstizioni. L’autore fa dire ad Archimede che gli uomini mostrano rispetto per il suo operato solo in tempo di guerra, un po’ come oggi cerchiamo le risposte della scienza solo in caso di emergenza.

Geniale il capitolo iniziale: Cicerone e Terenzia, centocinquant'anni dopo la morte di Archimede, cercano la sua lapide, mentre il magistrato evoca con ammirazione la figura del grande scienziato. «La scoperta della tomba di Archimede da parte di Cicerone è stato il maggior contributo dato dal mondo romano alla matematica. Forse l’unico.» (Carl Benjamin Boyer)

 

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Martedì, 11 Dicembre 2018 09:34

I numeri uno

«I numeri uno» è l’ultimo libro di Ian Stewart, pubblicato da Einaudi. Insegnante di matematica alla Warwick University, Stewart è un noto e apprezzato divulgatore: ha pubblicato decine di libri e scrive rubriche di matematica per importanti testate scientifiche, come “Mathematica Recreations” per Scientific American dal 1991 al 2001, oltre ad intervenire regolarmente come ospite in trasmissioni televisive e radiofoniche. Tra i suoi libri, ricordiamo «Com’è bella la matematica», un “tentativo di aggiornare alcune parti del libro di Hardy”, Apologia di un matematico, oppure «La piccola bottega delle curiosità matematiche del professor Stewart», ricco di piccoli giochi, aneddoti divertenti e scoperte interessanti. Nel 1997 ha ricevuto la Michael Faraday Medal, mentre fa parte della Royal Society dal 2001 e nel 2008 ha ricevuto la Christopher Zeeman Medal, istituita per premiare la divulgazione matematica.

«I numeri uno» è una raccolta di biografie di venticinque matematici: «Il messaggio più ovvio è l’eterogeneità. I pionieri della matematica provengono da tutti i periodi della storia, da tutte le culture e da tutti gli ambienti. Le storie che ho scelto qui coprono un arco di 2500 anni. I loro protagonisti vivevano in Grecia, Egitto, Cina, Persia, India, Italia, Francia, Svizzera, Germania, Russia, Inghilterra, Irlanda e America. Alcuni nacquero da famiglie benestanti – Fermat, King, la Kovalevskaja – molti appartenevano al ceto medio, e alcuni nacquero poveri, come Gauss e Ramanujan. Alcuni provenivano da famiglie colte, come Cardano e Mandelbrot, altri no, come di nuovo Gauss e Ramanujan, nonché Newton e Boole. Alcuni vivevano in tempi difficili, come Euler, Fourier, Galois, la Kovalevskaja, Gödel, Turing; altri furono fortunati a vivere in una società più stabile, o almeno in una parte più stabile della società, come Madhava, Fermat, Newton, Thurston. Alcuni erano politicamente attivi, come Fourier, Galois, la Kovalevskaja, tanto che i primi due furono imprigionati; altri hanno tenuto per sé le loro idee politiche, come Euler e Gauss.»

Cosa hanno in comune questi matematici? «Amano la matematica, ne sono ossessionati, non possono fare altro. Rinunciano a professioni più redditizie, vanno contro le opinioni della famiglia, vanno avanti nonostante tutto anche quando molti dei loro stessi colleghi li considerano pazzi, sono disposti a morire non riconosciuti e non ricompensati. Insegnano per anni senza paga, solo per mettere un piede in università. I numeri uno sono tali perché sono determinati

La lettura è stata interessante e istruttiva: ad ogni matematico sono state dedicate una decina di pagine, sufficienti per avere un’idea delle scoperte effettuate, dell’importanza avuta nel campo, e le notizie biografiche aiutano a comprendere il percorso umano e professionale. Si possono leggere nell’ordine scelto dall’autore, quello cronologico, o si può procedere in base alle proprie preferenze: chi non conosce i matematici ha l’occasione di fare un primo incontro, che può essere l’anticamera di un ulteriore approfondimento, mentre per chi li conosce può essere un modo per ritrovarli, tutti insieme, ripercorrendo 2500 anni di storia della matematica.

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Domenica, 22 Luglio 2018 08:48

Archimede, mago dei numeri

Tra le collane di EL, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, spicca la collana “Grandissimi”, cui appartiene questo libretto. Sul sito della Casa Editrice questa è la descrizione della collana: “I grandi della Storia a portata di bambino. Storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo, ciascuno a modo proprio, con le proprie parole, le proprie invenzioni, le proprie scelte.” Da Giulio Cesare a Francesco d’Assisi, da Anne Frank fino a Einstein, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. La collana ha come età minima di lettura i sette anni.

 

Tommaso Percivale, con le illustrazioni di Andrea Castellani, coinvolge giovani, e meno giovani, in questo viaggio alla scoperta del genio di Archimede. Fedro, suo piccolo assistente, fa al grande scienziato le domande che tutti noi vorremmo fargli e ottiene in cambio spiegazioni chiare ed esaurienti. Dall'invenzione di una spirale, la coclea, per irrigare i campi durante la siccità alla scoperta della disonestà di un orefice fino alla progettazione di una nave immensa, narrazione e immagini ci aiutano a comprendere al meglio la genialità di quest'uomo dimenticato e riscoperto più volte nel corso dei secoli.

Un percorso consigliato a tutti, grandi e piccini.

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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:26

Archimede e le sue macchine da guerra

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato ad Archimede ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Archimede di Siracusa, voce narrante. C’è la mia infanzia in una delle più belle città della Magna Grecia. Ci sono i miei viaggi di studio nella mitica Alessandria d’Egitto. Ci sono le mie famose scoperte di fisica e geometria. C’è la mia amicizia con re Gerone e la famosa storia della sua corona. E naturalmente ci sono… le mie incredibili macchine da guerra.”

 

La puntata di Rai Educational

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Mercoledì, 20 Luglio 2016 08:43

Archimede aveva un sacco di tempo libero

In questo testo, Codenotti ci propone l’infinito nella teoria degli insiemi di Cantor: l’argomento non è semplice, ma è presentato in modo accattivante, grazie al fumetto di Claudia Flandoli che si alterna alla trattazione più rigorosa. L’idea è nata durante le conferenze divulgative che Bruno Codenotti tiene nelle scuole: quale miglior modo di divulgare le conoscenze di un libro? In questo modo, il lettore può scegliere il proprio ritmo e aspettare che tutto sia chiaro prima di proseguire.

L’esplorazione dell’infinito comincia con gli insiemi finiti, così come nel fumetto Giacomo comincia l’esplorazione della vita universitaria e incontra Lara, sua compagna di corso. La semplicità degli insiemi finiti non deve indurre a una banalizzazione, come dimostrato dagli importanti concetti spiegati, che si prestano ad essere esplorati con numerosi esempi.

Nel secondo capitolo il problema dei buoi di Archimede e il premio per l’invenzione degli scacchi ci fanno prendere confidenza con numeri così grandi che ci fanno pensare all’infinito e le suggestioni del terzo capitolo, con i testi di letteratura e filosofia, ci aiutano a prendere coscienza del fatto che l’infinito non è dominio solo della matematica.

Il quarto capitolo sancisce il salto dal finito all’infinito e il fumetto è fondamentale per cogliere appieno questo salto: “mondi diversi seguono regole diverse” dice Lara a Giacomo, quando questi cerca di capire il funzionamento di un e-reader rifacendosi ai libri. L’infinità dei numeri e dei punti in geometria ci permette di prendere confidenza con l’infinito matematico, analizzando e confrontando, rimettendo in gioco e ridefinendo i concetti di minore, maggiore e uguale.

Nel settimo capitolo, la spiegazione della differenza tra insiemi continui e insiemi discreti ci è data ancora dal fumetto, che con una semplice ma geniale immagine aiuta a comprendere questa difficile definizione. La conclusione è da capogiro: gli infiniti infiniti matematici non possono che fare girar la testa.

Come sottolinea Giacomo, “infrangere i tabù porta a grandi scoperte”: è questa la descrizione del cammino percorso da Cantor che, nelle sue esplorazioni matematiche, ha incontrato anche numerosi ostacoli proprio da parte dei matematici suoi contemporanei.

 

Il libro si rivolge a un pubblico che abbia fatto propri i concetti della matematica di base, come i ragazzi del triennio delle superiori. Al termine di ogni capitolo, la nota storico-bibliografica consente di esplorare nuovi approfondimenti attraverso letture più impegnative, ma non solo: l’autore presenta anche la vicenda storica di Cantor e alcune curiosità che non hanno trovato spazio nella trattazione. 

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Mercoledì, 26 Agosto 2015 09:58

Tutti in festa con Pi Greco

TRAMA:

Chiunque abbia interesse a “scoprire la bellezza e l’utilità” della matematica è seriamente invitato a leggere questo libro! Dedicato agli alunni della scuola secondaria di primo grado, il libro si presta in realtà a vari livelli di lettura, grazie anche alla struttura pensata dalla Cerasoli: il testo è costituito da tre parti che possono essere lette separatamente, ma che si intersecano l’una con l’altra. La parte principale è la narrazione dedicata specificamente a p, la seconda è data da una ventina di box azzurri e la terza da una ventina di box arancioni.

La prima parte comincia con la presentazione di p, il numero che “non ha una fine”, e prosegue con la storia di Archimede, che fin da piccolo aveva imparato “a giocare con i numeri, a ragionare, a non spaventarsi di fronte ai problemi, a correggere gli errori senza scoraggiarsi”. Il metodo di Archimede per determinare le cifre decimali di pcon una grande approssimazione è descritto dettagliatamente e con molta semplicità: il lettore è invitato ad applicare delle semplici formule per il calcolo delle aree e a mettersi alla prova per trovare una nuova cifra decimale.

Non è possibile parlare di Archimede senza ricordare la Biblioteca di Alessandria e il ruolo svolto da Eratostene nel campo della cultura: è proprio da una lettera scambiata con Eratostene che possiamo conoscere il livello di precisione raggiunto da Archimede, per il quale “la circonferenza di un circolo è uguale al triplo del diametro, più una parte che è maggiore di 10/71 e minore di 1/7”. È proprio il legame tra la circonferenza e il suo diametro che ci permette di trovare la simpatica relazione secondo la quale aumentando di un solo metro la lunghezza di un nastro ipoteticamente avvolto intorno all’Equatore, gli permetterà di sollevarsi in ogni punto di circa 16 centimetri.

La storia di parriva fino ai giorni nostri, perché solo nell’Ottocento è stato dimostrato, da un matematico tedesco, che le sue cifre continuano all’infinito. Il fatto che la sequenza delle cifre sia infinita ci garantisce che “quella sequenza conterrà certamente ogni altra sequenza di cifre” e possiamo così ritrovare la nostra data di nascita o il nostro numero di telefono, o qualsiasi altra sequenza di numeri ci possa venire in mente.

Il calcolo dell’area del cerchio è affascinante, e probabilmente più facile da memorizzare, se si usa il metodo di Archimede, che ha immaginato di suddividere il cerchio in tante striscioline e di trasformarlo in un triangolo, ma nemmeno il grande scienziato ha potuto risolvere l’impossibile problema della quadratura del cerchio, con il solo utilizzo di riga e compasso. Il cerchio è ineguagliabile nella sua area, perché – a parità di perimetro – è il poligono che racchiude l’area maggiore, come ben sapeva la regina Didone, fondatrice di Cartagine. Archimede non si fermò all’area e al perimetro della circonferenza: determinò anche il volume e la superficie della sfera, mentre Eudosso determinò il volume del cono.

La storia si conclude con la morte di Archimede ad opera di un soldato romano, durante l’assedio di Siracusa, ma la sua morte rappresenta solo il termine della sua esistenza terrena, considerata l’immortalità delle sue opere e, in particolare, del suo metodo.

Nei box azzurri, che si alternano con quelli arancio alla narrazione, sono raggruppate attività da svolgere durante la festa di p, giochi per comprendere meglio questa costante e tante curiosità, come la nascita della festa che viene celebrata ogni anno il 14 marzo, ideata dal fisico americano Larry Shaw e proclamata ufficialmente da Obama nel 2009, come occasione che “incoraggi i giovani verso lo studio della matematica”. Sul risvolto della copertina troviamo inoltre il puzzle dello Stomachion, ideato da Archimede e le due facce della Medaglia Fields, il premio più ambito dai matematici di tutto il mondo. I box arancio, ricchi di approfondimenti e di quesiti matematici un po’ più impegnativi, ci raccontano la storia della misura del meridiano terrestre, ci spiegano i termini irrazionale e trascendente che descrivono il pe completano l’elenco delle scoperte di Archimede con la descrizione delle leve.

 

COMMENTO:

Un libro bellissimo sia nella veste grafica che nella sua realizzazione: anche questa volta la Cerasoli ci ha regalato un testo unico, costruito attorno all’affascinante irrazionale p. Sembra che il numero catalizzi attorno a sé le figure geniali del suo tempo e lo sviluppo storico nel quale ogni avvenimento è inserito ci permette di rileggere anche la storia romana, con le guerre puniche e l’assedio di Siracusa. Così, in questo misto di realtà e leggenda, storia e mito, l’irrazionale più famoso non può che restare impresso nella nostra memoria.

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Giovedì, 25 Luglio 2013 16:00

Il Teorema del Pappagallo

TRAMA:
Max, undicenne sordo, figlio adottivo di Perrette, incontra il pappagallo durante le sue peregrinazioni al mercatino delle pulci: due loschi figuri stanno tentando di rapirlo. Decide di portarlo a casa con sé, visto e considerato che ha anche una vistosa ferita sulla fronte. La reazione di Perrette non è delle più entusiaste, ma alla fine Max e i gemelli riescono a convincerla. 
La sera in cui Nofutur (il pappagallo) fa il suo ingresso nella casa di Montmartre, si svelano molti segreti: Perrette racconta come ha incontrato il signor Ruche, l’ottantaquattrenne invalido che è il proprietario della libreria “Mille e una pagina”, e parla anche della nascita dei gemelli. In realtà, non svela completamente il mistero che avvolge il loro concepimento. È per questo motivo, per la caduta nel tombino che Perrette ha legato al concepimento, che Ruche decide di andare incontro ai due gemelli, sconvolti per questa rivelazione e comincia a parlare di Talete, documentandosi alla Bibliothèque Nationale. 
Complice l’arrivo delle due lettere del vecchio amico Grosrouvre, comincia per la famiglia un viaggio all’interno della storia della matematica, con l’aiuto della Biblioteca della Foresta, ovvero dei libri inviati da Grosrouvre e raccolti da lui stesso nel tempo di una vita. Cercando di interpretare la lettera di Grosrouvre, alla ricerca di un motivo che spieghi la sua morte, Ruche incontra vari personaggi: Pitagora, che vedeva numeri ovunque, Euclide, celebre per i suoi Elementi, i tre problemi dell’antichità, Omar al-Khayyam, con la sorprendente rivelazione che l’algebra non è nata in Grecia, Brahmagupta e i numeri indiani (o arabi?), Tartaglia e i suoi segreti, Cardano e i suoi loschi intrecci, Abel e Galois, con la loro fine prematura, Fermat e Goldbach, autori delle due congetture che Grosrouvre afferma di aver dimostrato e infine Eulero… 
Ma dal passato è in arrivo un colpo di scena...
 
COMMENTO:
Un modo originale e simpatico per riprendere in mano la storia della matematica, attraverso le vicende umane dei suoi protagonisti. È un libro utile per tutti coloro che si vogliono avvicinare alla matematica, con un approccio diverso da quello scolastico, ma anche per quelli che vogliono iniziare in questo modo un cammino più impegnato di approfondimento.
Ottimo per gli studenti.
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