TRAMA:
La storia che Leonardo Tortorelli narra in questo libro è ambientata negli anni trenta del secolo scorso, in un piccolo borgo salentino di nome Casamassella, a pochi chilometri da Otranto. I personaggi del libro sono realmente esistiti o in ogni caso l’autore si è ispirato a gente realmente vissuta a Casamassella fra le due guerre. Protagonisti del libro sono Torto-Prof., alter-ego dell’autore, insegnante di matematica e fisica in un liceo scientifico e Zio Pippuzzo, vera star del libro, un simpatico ubriacone sulla cinquantina, con una grande passione per il Primitivo di Manduria e per il cibo; vive ancora con l’anziana madre, Nonna Astolfa e con Ugo, un grasso caprone, che è stato allevato in casa ed è aggressivo e dispettoso nei suoi confronti.
Obiettivo dello Zio Pippuzzo è sempre quello di scroccare un po’ di vino e decide quindi di vincere una scommessa per avere in premio una bottiglia. La domanda che sfrutterà per vincere la bottiglia sarà “Lo zero è un numero pari o dispari?”. In tal caso, però, deve conoscere la risposta e, incontrando Torto-Prof. gli chiede una spiegazione: il professore, oltre a soddisfare la sua curiosità, ne approfitta anche per tratteggiare una breve storia della cifra.
Il secondo intervento della matematica (protagonista non dichiarata del libro) è per salvare Zio Pippuzzo dalle ire di Nonna Astolfa: il caprone Ugo ha fatto i propri bisogni sul tappeto preferito di Nonna Astolfa, un tappeto quadrato ottenuto cucendo insieme varie forme geometriche. Zio Pippuzzo, per timore che la madre incolpi lui del disastro, decide di tagliare il tappeto lungo le cuciture, di buttare il pezzo irrimediabilmente macchiato e ricucire tutto in modo da ottenere un nuovo tappeto sempre quadrato, seppur un po’ più piccolo.
In quanto appassionato di vino, Zio Pippuzzo ha sempre un contenzioso aperto con Giuanni Puticaro, l’oste del paese, che per valutare l’entità del debito si serve dei logaritmi, che poi Torto-Prof., prontamente, spiegherà allo zione per dimostrargli che il calcolo dell’oste è giusto. Ma nella sua contesa con l’oste, Zio Pippuzzo ha anche un momento di gloria: siccome Giuanni ha dichiarato che fino al pagamento del debito non finanzierà più le bevute dello zione, questi si ritrova nella condizione di recuperare in fretta e furia del contante. Per questo motivo, decide di derubare l’abitazione più sfarzosa di Casamassella, ovvero il Castello dei Marchesi De Marco. Ma una volta uscito con la refurtiva, incontra Torto-Prof. e a lui confessa il suo furto in lacrime. Per aiutarlo a risolvere i suoi problemi, Torto-Prof. suggerisce a Zio Pippuzzo di trasformare il suo debito in un credito, utilizzando il valore assoluto. Per questo lo zione restituisce il maltolto. Il giorno dopo, però, si sente in colpa per quello che ha fatto, perciò decide di andare a confessarsi da Fra’ Cicciuzzo il quale, come penitenza, è abituato ad assegnare giochi matematici da risolvere, vista la propria passione per Luca Pacioli, che cerca di emulare.
Conoscere la matematica è utile anche per non farsi imbrogliare: Zio Pippuzzo a volte lavora per Vito Cappuccio, il becchino del paese. Spesso capita che Vito convochi Zio Pippuzzo inutilmente, giusto per precauzione e quando lo zione rivendica il proprio compenso, il becchino risponde: “Tot denari al giorno disponibili diviso zero cadaveri scarrozzati, fa zero denari e quindi non ti spetta nulla. È matematica no? La matematica non è un’opinione!”, ma lo zione non è convinto di una simile risposta. Perciò decide di consultare Torto-Prof., il quale gli spiega per bene l’argomento.
L’ultima questione è sottoposta, in forma di scommessa, da Giuanni Puticaro a Zio Pippuzzo: se lo zione risponderà correttamente, l’oste gli regalerà una botte di Primitivo, ma se non riuscirà a rispondere, sarà debitore di tre mesi di duro lavoro nell’osteria.
COMMENTO:
Quella proposta da Leonardo Tortorelli è una storia davvero gradevole: i personaggi sono descritti con dovizia di particolari ed in modo realistico e il protagonista, Zio Pippuzzo, possiede una forte carica di simpatia. Il libro, inoltre, è corredato da numerose immagini, come istantanee della vicenda: questo aiuta a vedere i personaggi con gli occhi dell’autore, perché sono stati tutti realizzati in terracotta lavorata e decorata a mano da Antonella Merico. I quesiti proposti sono semplici, alla portata di un qualsiasi studente di scuola media, ma sono un invito ad impegnarsi un po’, anche se le spiegazioni alla fine del libro permettono anche ai più pigri di accedere alle soluzioni. È davvero consigliatissimo: le risate sono assicurate e, forse – per riflesso – anche la matematica apparirà meno ostica al termine della lettura.
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