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Matematica che fa notiziaEureka! Trovato l’«einstein» della tassellazione è il titolo dell’articolo di Maddmaths! scritto da Stefano Pisani e riguardante l’ultima scoperta matematica. Si parla di un preprint su Arxiv, scritto dai quattro matematici Craig Kaplan, dell’Università di Pittsburgh, David Smith, dell’Università di Birmingham, Joseph Mayers della Cambridge University e Chaim Goodman-Strauss dell’Università dell’Arkansas. Hanno scoperto un monotile aperiodico, conosciuto come einstein, e qui il nome non rimanda al celebre fisico ma al significato letterale in tedesco, ovvero “una pietra”, perché di fatto è un’unica forma che riesce a tassellare il piano in modo aperiodico. La notizia è stata ripresa anche dalle pagine di Wired, dove troviamo alcune curiosità in aggiunta a quelle già presentate su MaddMaths! Nell’articolo di Wired, firmato da Daniele Polidoro, troviamo alcuni link interessanti, come il video pubblicato da Craig Kaplan su Youtube, dove si mostra come la tessera sia in realtà una delle soluzioni possibili in una sequenza continua di forme collegate tra loro. Matematica… che ossessioneTra le varie curiosità che possiamo leggere in merito alla tassellazione, scopriamo che la sua realizzazione ha richiesto anni di lavoro. Navigando un po’ mi sono imbattuta in questo poster, realizzato come riassunto da Andrea Galasso per l’Università Cattolica…
Matematica ovunqueÈ online l’ottavo episodio delle Maschere del Carnevale matematico, realizzato da Fabio Quartieri, studente di matematica all’Università di Bologna. In questa puntata, Fabio esplora un linguaggio diverso della matematica: il primo ospite è Maria Eugenia D’Aquino, che si occupa della matematica a teatro, con l’associazione Pacta dei teatri. L’attrice sottolinea come le sue rappresentazioni teatrali facciano diventare il tema della matematica parte integrante dello spettacolo e di fatto sostiene come la scrittura scenica stessa possa essere considerata un modello matematico. La particolarità del teatro è data dal fatto che l’opera a cui si assiste è una visione, una rivelazione, non una spiegazione del contenuto matematico, e la trasposizione teatrale riesce a rendere la matematica accessibile a tutti, universale. Il secondo ospite è Andrea Capozucca, docente di Matematica e Fisica presso l’Istituto Da Vinci di Civitanova Marche: Andrea usa diversi linguaggi per comunicare la matematica, basti pensare che dal 2017 è il Direttore Scientifico di Fermhamente, il Festival della Scienza di Fermo. Tutto è cominciato con degli aperitivi matematici in libreria, un’iniziativa che è durata dieci anni, e che ha trovato una sua nuova espressione sotto l’ombrellone. Attraverso queste iniziative, Capozucca ci offre un’uscita dagli schemi e al tempo stesso…
Un filo rossoCome succede nei telefilm, capitano periodi in cui ti sembra che ciò che stai vivendo ruoti attorno a un unico tema, che ritrovi in tanti aspetti della tua vita, sia professionale che personale. Che associate a questo filo rosso un’origine romantica, l’origine marinaresca raccontata da Goethe o l’inconscio di Freud, il mio filo conduttore ultimamente sembra essere il fallimento, o la paura del fallimento. Non è difficile capire il perché e possono esserci diverse motivazioni, ma lo voglio declinare usando la matematica… È un fallimento! O no?Vittorio Pelligra, professore di Politica Economica all’Università di Cagliari, parla di fallimento dalle pagine del Sole24Ore a fine agosto del 2021, mentre sono in corso le Paralimpiadi (e la chiusura dell’articolo ci spiega qual è stato il collegamento). Pelligra cita la psicologa Carol Dweck, che distingue tra due diversi atteggiamenti, uno rigido e l’altro di crescita: «le nostre reazioni agli errori e i risultati che possiamo ottenere a seguito di un fallimento dipendono in maniera determinante da ciò che noi stessi pensiamo voglia dire “fallire”.» Inutile aggiungere che se leggiamo i nostri fallimenti in un’ottica di crescita, li potremo vivere come un trampolino di lancio, un’occasione per imparare e per crescere. Anche…
A che cosa serve la matematica?Come cerchi che si allargano sulla superficie di uno stagno, i miei incontri con la matematica hanno un raggio d’azione sempre più ampio, permettendomi di raggiungere mete inaspettate. Recentemente ho deciso di aprire un profilo Instagram, _amolamatematica_, per allargare ulteriormente la mia rete di contatti matematici. In questo modo, sono approdata a un video di Neil deGrasse Tyson, uno stralcio di un’intervista, durante la quale l’astrofisico punta a sfatare il mito di un’educazione inutile: spesso gli studenti domandano, non senza vena polemica, dove potrebbero trovare alcuni contenuti matematici oggetti di studio nella loro vita futura e, posto che nessuno vi chiederà di risolvere un’equazione di secondo grado al momento di pagare alla cassa del supermercato, è vero però che la soluzione dei problemi ad essa legati ha lasciato una traccia nel nostro cervello, e quel ragionamento, quel metodo, quella strategia che abbiamo sviluppato per risolvere il problema avrà un’importanza fondamentale in altri aspetti della nostra vita («the act of learning how to do the math establishes a new kind of brain wiring in your mind»). Altrettanto affascinante è lo short di Ilaria Fanelli, che riporta una citazione di Agnes Heller, saggista e filosofa ungherese, che…
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