
247 - 27 luglio 2025

Matematica del passato
Chiara Valerio ha inaugurato la serie Variabili indipendenti su Repubblica con Emmy Noether: «ritratti di donne che, con le loro vite libere e il loro pensiero anticonformista, hanno dato un contributo fondamentale alla liberazione femminile». Con il suo stile tipico, Chiara Valerio racconta non solo la vita di Noether e le sfide che ha dovuto affrontare, ma anche ciò che la Noether ha significato per lei e non manca di riflettere anche su cosa significhi comprendere la matematica: «Non è detto che questa comprensione sia immediata. D’altronde, l’idea che la comprensione sia immediata è falsa e pericolosa.» Ma non solo: le vicende di Emmy Noether ce la fanno sentire vicina e attuale come non mai: «la matematica avverte che nel mondo dei buoni e nel mondo di chi buono non è, nel mondo di chi cura e nel mondo di chi distrugge valgono le stesse leggi, dunque bisogna esercitare umanità ed etica oltre il ragionamento. Dunque non smettere mai di discutere e guardarsi negli occhi.»
Matematica del presente
Il 14 luglio scorso, Pierre-Louis Lions è stato intervistato da Marco Motta per la puntata di Radio3 Scienza La matematica è il mio mestiere. Medaglia Fields nel 1994 per i suoi lavori sulle equazioni differenziali alle derivate parziali, Pierre-Louis Lions è protagonista di un’intervista informale e a tratti divertente, grazie al suo senso dell’umorismo. Si comincia parlando del rugby e del suo legame con la matematica, stando a Lions, che ritiene questo sport una metafora di vita. Invitato a spiegare cosa siano le equazioni differenziali, riesce a parlarne con semplicità, facendo riferimento ai lavori di Newton, ma poi parla delle applicazioni e dell’intelligenza artificiale. Il discorso prosegue parlando di gender gap, di stereotipi, ma anche del ruolo della scienza in questo particolare contesto storico.
Mi sono imbattuta nel racconto di Marco Trabucchi, su Vanity Fair, di Ingrid Carbone, la professoressa di matematica che trasforma i teoremi in emozioni. Docente di Analisi presso l’Università della Calabria e pianista professionista sembra rappresentare una contraddizione e infatti il giornalista oppone al rigore e alla certezza, riferite alla matematica, la fantasia e l’emozione, secondo gli stereotipi tipiche solo del mondo dell’arte, ma Ingrid Carbone non ha dubbi: non si tratta di contrapposizione, perché «alla base della musica c’è il ritmo, e il ritmo è pura aritmetica elementare» e «senza uno studio rigoroso e una comprensione completa del ritmo non si può andare avanti». Matematica e musica che si compenetrano, si completano, si migliorano a vicenda, tanto da farle dire che l’attività accademica «è un valore aggiunto fondamentale per il mio studio musicale». Matematica e musica sono più simili di quanto si pensi, entrambe costruite con una struttura, sulla base di un contesto storico e culturale, «due modi diversi per raccontare il mondo e condividere le emozioni più profonde.»
Sul fondo dell’articolo, vengo invitata a leggere altre storie: Maria Colombo, che ha iniziato la sua storia con la matematica partecipando alle Olimpiadi, e Cristiana De Filippis, che sottolinea come il talento e la creatività da soli non bastino, perché «serve anche tanto impegno e voglia di mettersi continuamente in discussione.»
Tra le varie storie, mi è piaciuta anche quella di Stefania Auci, docente di sostegno e autrice della saga I leoni di Sicilia, che condivide una sua esperienza matematica (non troppo piacevole) alle scuole superiori. «È maggio, e il caldo comincia a farsi sentire anche nell’aula dal soffitto altissimo, dato che, in passato, questo era il dormitorio dei padri gesuiti che vivevano nell’edificio. E anche perché è la terza ora: l’ora di matematica. Una lezione sui logaritmi? Sulle equazioni esponenziali? Non riuscirei a ricordarlo neanche sotto tortura, così scarso è – è sempre stato – il mio interesse per questa materia. Ancora oggi, se mi costringono a fare un calcolo un po’ complicato, la mia mente visualizza soltanto un lampeggiante “404 file not found” e i numeri si trasformano in geroglifici egiziani, se non addirittura in glifi.» (ma che sono i glifi?)
Matematica del futuro
«I matematici sono tutti uguali. Hanno lo stesso aspetto. Apprezzano solo altri matematici. Apprezzano solo la matematica. Non hanno fatto altro che matematica fin dall’età di due anni.» La descrizione, volutamente provocatoria, è quella di un video della Oxford University, dove Sienna e Ellie Guha, due studentesse di matematica della Mirzakhani Society, raccontano come hanno incontrato la matematica: a sei anni per Sienna, ma abbastanza tardi per Ellie, a sedici o diciassette anni. Il video ha un seguito (sono entrambi in formato short, essendo stati utilizzati come reel sui social), nel quale devono rispondere a questa domanda: «Sei una ragazzina di 13 anni seduta in una classe di matematica e ti chiedi “Cosa ha da dire questo sulla mia vita?”. Torni a casa e dici la stessa cosa alla tua famiglia, che si agita un po’ perché pensa che un po’ di matematica possa essere utile.» Le risposte di Sienna e Ellie sono bellissime: Ellie, soprattutto, ha parecchio da raccontare, vista la tarda scoperta della matematica.
Di futuro parla anche Gabriella Greison nel suo discorso per i laureandi dell’Università di Messina. Il discorso è autentico e si sente che ciò che la Greison racconta è davvero ciò che sente. La serata ha avuto una grande eco sui social, perché l’abbigliamento della divulgatrice è stato molto criticato, raccogliendo commenti offensivi sui social, a dimostrazione che certi pregiudizi nei confronti delle donne sono duri a morire.
Matematica dell’ultima ora
Mentre finivo di scrivere questa newsletter, una notifica sul cellulare mi ha informato della morte di Tom Lehrer, un musicista comico negli anni '50 e '60 del secolo scorso, e un matematico. Così ho letto qualche notizia su di lui e poi ho ascoltato alcune delle sue canzoni: quella in cui avvelena i piccioni al parco mi ha fatto davvero ridere, ma mi ha stupito, più di tutte, quella dedicata a Lobachevskij. Tra i commenti, sotto la canzone, ho letto questo: «Ho fatto visita a mia sorella minore all’università, quando stava facendo il dottorato in matematica teorica. È rimasta piuttosto colpita dal fatto che sapessi chi fosse Lobachevskij. Non ho avuto il coraggio di dirle che l’unico motivo per cui conoscevo il nome era per questa canzone.» Mi è piaciuta anche quella dedicata agli Elementi della tavola periodica, mostrata qui con una bellissima animazione che potrebbe tornare utile anche ai docenti di chimica, e che è stata ripresa in The Big Bang Theory.
Buona matematica e buon cammino! Ci sentiamo tra DUE settimane!
Daniela
PS: Per l'immagine ringrazio Il Post anche se, come si può intuire, è un po' vecchia. Basta sostituire luglio con agosto... gulp!
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