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Insegnare matematica è una sfida che si affronta ogni giorno. Insegnare matematica vuol dire, a volte, entrare in classe e, senza sentirsi al meglio delle proprie possibilità (perché non si è sempre in formissima), cercare di fare una lezione che abbia un senso. Potrebbe capitarvi, come racconta il prof. Federico Benuzzi, che proprio quando non vi sentite al meglio, sappiate fare una lezione che lascia un segno e che entra tra gli aneddoti che gli alunni poi si raccontano anche negli anni a venire… Insegnare matematica vuol dire cercare sempre nuove strade per proporre cose vecchie, perché è fondamentale non lasciarsi prendere dall’abitudine: se è vero che per noi insegnanti è la ventesima volta che spieghiamo i logaritmi dall’inizio della nostra carriera, non dobbiamo dimenticare che gli alunni che assistono alla nostra spiegazione ne sentono parlare oggi per la prima volta e hanno diritto alla stessa freschezza e originalità che avevamo vent’anni fa. (Fortunatamente, internet ci permette di accedere a nuovi contenuti ogni giorno, come il triangolo del potereproposto dal canale YouTube 3Blue1Brown.) Insegnare matematica vuol dire riuscire a leggere tra le righe e, nel vedere una lavagna piena di simboli, saperci intravvedere una forma di arte (a volte anche…
Se dovessi definire l’anno scolastico 2019/2020 con una parola, userei la parola ERRORE. Lo userei con un’accezione positiva, ovviamente. Ho cominciato con una mia classe sottolineando come l’utilizzo smodato di correttori e scolorine non faccia che evidenziare la nostra necessità di coprire gli errori che commettiamo, portandoci ad ottenere il risultato opposto, ovvero a dare rilievo al fatto che abbiamo sbagliato. Perdiamo, però, per strada l’importanza di quell’errore: l’errore ha un suo valore nel momento in cui impariamo qualcosa. Ed è per questo che il sito MindShift fa una classificazione degli errori. È vero che l’articolo è scritto in inglese, ma il disegno posto all’inizio è molto chiaro: gli errori vengono classificati, mettendo in ascissa l’intenzionalità e in ordinata l’opportunità di imparare, e sono di quattro tipi diversi. Abbiamo gli “stretch mistakes”, che sono quelli che facciamo quando, impegnati a raggiungere un obiettivo, usciamo dalla nostra zona di confort e puntiamo in alto. In questo caso è normale commettere errori: se non li commettessimo, significherebbe che non stiamo realmente sfidando noi stessi. Abbiamo poi gli “aha-moment mistakes”, che compiamo nel percorso che ci porta a raggiungere i nostri obiettivi: possiamo vincerli solo grazie alla riflessione, oppure dedicando dei momenti di…
Sandra Lucente, docente all’Università degli Studi di Bari, ha una certa esperienza di turismo matematico e non può quindi farci mancare la versione invernale: «ci lasciamo condurre in un qualunque paese delle Alpi alla scoperta della geometria invernale e dei numeri irrazionali». Tutto comincia con il disegno di una bambina, il classico disegno in cui le montagne sono triangoli, la neve scende a cerchi e le facciate delle case sono quadrate mentre il tetto è triangolare: gli occhi del padre, un matematico, vanno oltre e leggono, nelle linee tracciate con cura dalla figlia, una sinfonia di numeri irrazionali. Per il matematico, i numeri irrazionali non sono definiti solo per negazione, visto che non sono un rapporto tra numeri interi, ma si possono definire come fiocchi di neve e stelle filanti (0 e 1) o come frazioni continue, mentre la sezione aurea fa capolino tra le stelle. Anche pi greco, nel lago ghiacciato rappresentato da un’ellisse, si palesa in questo disegno, semplice solo in apparenza. La neve, rappresentata in parte come cerchi e in parte come fiocchi stellati, non può che rimandare alla costruzione di von Koch. «Quando si leggono, le dimostrazioni sono belle come certi oggetti di cristallo di Boemia.…
«Nelson Mandela diceva che l’istruzione è l’arma più potente che si possa utilizzare per cambiare il mondo. Se questo è vero, e credo proprio che lo sia, stiamo vincendo tutti insieme la scommessa perché sono sicura che voi giovani riuscirete a infondere passione, coraggio, gioia e ottimismo ad una società che a volte sembra averle dimenticate.» Raffaella Ravasio, presidente dell’Associazione BergamoScienza, con le sue parole – sempre coinvolgenti e vere – ha accolto tutti noi alla premiazione dei laboratori scolastici giovedì 5 dicembre. Dopo di lei, anche la dott.ssa Patrizia Graziani, Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Bergamo, ha avuto parole di gratitudine per tutti coloro che, nel mondo della scuola, si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, ricordando la passione degli insegnanti e indicandoli come “testimoni di vita”. Al termine di un’esperienza totalizzante come quella dei laboratori di BergamoScienza, dopo l’entusiasmo delle premiazioni, ho ripensato al valore della passione, motore indispensabile per chi fa l’insegnante. Come succede a volte nelle sit-com, nelle quali tutta la puntata ruota attorno a un unico tema, a me è capitato, nel mezzo di questa riflessione, di imbattermi nella puntata di Radio3Scienza Le formule del successo: una delle protagoniste è Maria Colombo, matematica e…
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