Venerdì, 02 Marzo 2018 10:05

119 - 2 Marzo 2018

La mia newsletter parte in anticipo, oggi, visto che nel pomeriggio avrò occasione di accompagnare gli alunni della squadra matematica della mia scuola alla Disfida Matematica, che si svolgerà a Brescia (potete seguire in diretta lo svolgimento della gara a partire dalle 14.30). Gli alunni si sono impegnati negli allenamenti a partire da ottobre e, oltre alla presenza a scuola un pomeriggio a settimana, hanno continuato a giocare con la matematica attraverso un gruppo di Whatsapp che ha contribuito a creare gruppo. Una matematica che diverte, che unisce e che dà opportunità di contatto tra scuola superiore e università, ma anche una matematica che dà l’occasione per celebrare l’8 marzo 2018, come quella proposta da Redooc. «In occasione dell’8 marzo 2018, Redooc.com vuole dare l’opportunità di mettere in pratica e accrescere le proprie competenze STEAM (STEM – Science Technology, Engineering, Mathematics – with Arts) alle ragazze e ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di I e II grado.» La registrazione dei team partecipanti può essere effettuata da un docente o dagli studenti stessi, e ci sarà tempo per tutto il mese di marzo per partecipare al gioco online. «Non ci sono vincoli alla scelta degli argomenti degli esercizi e del livello di difficoltà. Gli esercizi possono essere ripetuti per migliorare il risultato.»

Facebook, appena ho fatto l’accesso questa stamattina, mi ha dato questa informazione: «Amici e familiari prima. Daniela, il feedback più comune che abbiamo ricevuto è che i post di familiari e amici sono la cosa più importante che le persone desiderano vedere nella propria sezione Notizie. Stiamo implementando alcuni aggiornamenti per consentirti di vedere più contenuti pubblicati da loro.» La parola nascosta in questo messaggio è «algoritmo» e pare che questo cambio di algoritmo non sia passato inosservato, almeno per i dipendenti di Little Things, che «chiude i battenti dopo aver perso il 75% del traffico». Viviamo in un mondo virtuale e si fatica a rendersi conto di cosa sia reale, ma il posto di lavoro, per i dipendenti di Little Things, era reale. E la matematica di Facebook ha appena cambiato la loro vita.

La matematica potrebbe intervenire anche per cambiare l’esito di S. Valentino (se non è successo quest’anno, magari potrebbe succedere l’anno prossimo). Cosa c’entra S. Valentino con la matematica? Secondo Christian Rudder, uno dei fondatori di Ok Cupid – uno dei maggiori siti di incontri degli Stati Uniti – matematica e anima gemella sono collegati. A Ok Cupid lavorano persone specializzate in matematica, perché gli abbinamenti vengono fatti attraverso un algoritmo. Gli algoritmi sono più importanti di quanto si pensi nella nostra vita quotidiana e, in questo caso, possono determinare la compatibilità tra gli utenti: attraverso le risposte a una serie di domande, la valutazione dell’importanza dell’argomento e l’aspettativa nei confronti della risposta dell’eventuale partner, con della semplice algebra, Ok Cupid può scoprire se due persone andranno d’accordo. A me ha ricordato Jack Qwant – nel film Bridget Jones’s baby – un milionario inventore di un sito di incontri che usa un algoritmo per stabilire la compatibilità tra gli utenti. Se l’avete visto, ricorderete sicuramente l’intervista di Jack Qwant nella quale la direttrice della rete sembra sentirsi male ogni volta che lui parla di algoritmi!

Sempre tornando a Facebook, che sembra modellare il nostro modo di pensare, è bastato che qualcuno cominciasse a condividere l’equazione della meccanica quantistica di Dirac, come «equazione dell’amore» perché tutti cominciassero a nominarla come tale. Cosa descrive questa equazione? «Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema». Ma è davvero giusto indicarla come equazione dell’amore? Secondo Close-up Engineering, oltre ad essere in genere scritta errata, non è nemmeno corretto riferirsi ad essa come equazione dell’amore, perché le particelle cui fa riferimento l’equazione appartengono al mondo microscopico, mentre noi esseri umani – nella nostra interezza – apparteniamo a quello macroscopico. Dello stesso avviso è Radio3Scienza, che ha intitolato la puntata del 14 febbraio «La formula dell’amore». Nel corso della puntata Marco Casolino, fisico all’Istituto Riken di Tokyo ci spiega l’importanza di questa formula, ma ribadisce che non solo non c’entra nulla con l’amore, ma che in genere viene citata sbagliata: sarebbe come citare Dante sbagliando. Lo stesso «errore grammaticale» di cui parla Close-up Engineering.

La seconda parte della puntata è dedicata alle ventuno proposte di Cedric Villani, popolare Medaglia Fields di cui abbiamo parlato più volte, che è stato eletto nelle file del partito di Macron. Ce ne parla Roberto Natalini, matematico all’Istituto per le applicazione del calcolo del CNR di Roma. Natalini riconosce l’importanza di un simile intervento: la matematica è diventata una priorità nazionale, in una società nella quale è sempre più fondamentale. D’altra parte, il problema della comprensione matematica è abbastanza diffuso e riguarda la maggior parte della popolazione: manipolare i numeri dovrebbe essere una competenza di base di ogni cittadino. Le ventuno misure, presentate lo scorso 12 febbraio, sarebbero delle proposte «che, secondo le parole di Villani, non sono niente di rivoluzionario ma servirebbero a fornire i mezzi per insegnare la Matematica.» A me piace in particolare la quarta misura: «Fornire a tutte le scuole un’attrezzatura di base, accompagnate da tutorial, che favorisca la manipolazione di oggetti reali o virtuali».

Grandi cambiamenti stanno avvenendo anche nella pratica didattica italiana, anche se forse restano sconosciuti ai più: grande rilevanza viene data al metodo analogico di Camillo Bortolato, sostenuto dalla Casa Editrice Erickson. L’insegnante di mio figlio ha scelto di seguire questo metodo, che mi pare interessante, anche se forse non così innovativo (in alcune cose ritrovo metodi che usava la mia maestra quando ero io alle elementari), ma mi ha colpito l’intervento critico su MaddMaths. «Alcuni esperti di didattica della matematica ci hanno scritto una lettera in cui esprimono alcune perplessità al riguardo»: tra i firmatari anche Rosetta Zan. Può essere interessante leggere un diverso punto di vista…

Pare che, forse grazie alla consapevolezza che un laureato in matematica il lavoro lo trova sempre, il numero dei laureati in matematica sia in aumento: «Dall’avvento dei computer in poi, infatti, per chi maneggia formule e teoremi di logica, analisi, algebra e geometria, dimostrando di saper usare la “testa”, si sono aperte praterie quasi infinite di possibilità lavorative, via via sempre meglio remunerate.» La giornalista Barbara Bisazza ne parla sul Sole24Ore, in un articolo che citerei dalla prima all’ultima parola, a partire dal riferimento ai giochi matematici. Nello stesso giorno, sulla stessa testata, anche il giornalista Alberto Magnani ci spiega perché le aziende tendano ad assumere matematici: «Le opportunità di carriera per i laureati in matematica si stanno espandendo fino a stravolgere i luoghi comuni sul corso di studi e i suoi sbocchi obbligatori.» La chiave di tutto sta nella forma mentis o, come dice meglio Caranti dell’ateneo di Trento: «c’è bisogno di persone che riescano a vedere anche un significato, non solo cifre».

L’11 febbraio si è celebrato l’International Day of Women and Girls in Science, promosso dall’Onu e il Sole24Ore ha dedicato un interessante articolo al testo di Sara Sesti e Liliana Moro «Scienziate nel tempo – 75 biografie». L’autrice dell’articolo, Manuela Perrone, dice che il sodalizio tra le due autrici del libro «racconta lo sforzo di due amiche, l’una docente di matematica e l’altra di storia, di rompere il silenzio intorno alle donne che hanno scelto di addentrarsi in quelle che una volta venivano definite “scienze dure” e che oggi chiamiamo Stem: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.» Ritengo si debba sempre approfittare dell’occasione di parlare della risicata presenza delle donne nell’ambito scientifico, non solo per l’approssimarsi della festa delle donne. Ed è questo il motivo per cui ho letto la graphic novel Marie Curie: parla di una donna straordinaria ed è scritta da una donna, Alice Milani, che potete conoscere meglio in questa intervista. Questa graphic novel merita davvero: ha dei tratti di originalità che la distinguono dalle altre, in quanto le vignette sono state realizzate con acquerelli e Anna Milani mostra di saper usare molto sapientemente il colore. Il fumetto è alla portata di tutti, anche dei non addetti ai lavori, forse proprio per la formazione non proprio scientifica dell’autrice.

Ho cominciato parlando di giochi matematici e chiudo il cerchio con Matematicaterapia, il “libretto” di Ennio Peres, ricco di spunti e curiosità, che «mostra alcuni significativi esempi di come [il modo di procedere della matematica] possa tornare utile nei settori più disparati, consentendo di acquisire maggiore sicurezza e serenità, nel rapporto con molte realtà del mondo in cui viviamo.». Per quanti volessero mettersi in gioco, è consigliato anche l’originale crosswords matematico del New York Times, ma attenzione quando vi viene proposta una serie matematica da completare, perché, come ci ricordano quelli di MaddMaths nella traduzione dell’articolo di Patrick Popescu-Pampu, non sempre una serie che sembra facilmente prevedibile lo è davvero.

Dopo i libri, questa volta non mancano i consigli per i film, dal blog Scuolainsoffitta: da “Paperino nel mondo della Matemagica” fino al più recente “Gifted”, la rassegna di sette film è davvero interessante. Un altro filmato riguarda la storia del pi greco, visto che si avvicina il pi-day: ho già avuto occasione di condividerlo con voi nella newsletter 102 di un anno fa, ma ne vale davvero la pena, visto che è stato premiato al concorso “Giochiamo con pi greco”, bandito dal Politecnico di Milano nel 2012. Sul pi greco ci sarebbe parecchio da dire, ma mi limito a una curiosità che forse non tutti conoscono: nel 1897, all’Assemblea Generale dell’Indiana, il matematico dilettante Edwin J. Goodwin ha proposto un progetto di legge davvero originale riguardante il pi greco, che fortunatamente non diventò mai legge grazie all’intervento di un professore di matematica, Clarence A. Waldo, casualmente presente durante il dibattito sulla legge.

Concludo questa impegnativa cavalcata matematica con un video pubblicato su Facebook da ScuolaZoo: il protagonista è Tommaso Cassissa e il titolo è “Cari prof. di matematica…”. Inutile dire che mi è stato segnalato da un ex alunno…

 

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Letto 2286 volte Ultima modifica il Venerdì, 02 Marzo 2018 10:06

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