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220 - 7 aprile 2024

La matematica è donna
Il profilo Instagram StorieScientifiche, la cui mission è, come scritto nella descrizione, il racconto della vita e delle scoperte «di uomini e donne che hanno contribuito, con le loro idee e i loro sogni, a portare avanti il progresso scientifico», il 24 marzo ha realizzato un post dedicato a Gigliola Staffilani, matematica presso il Massachusetts Institute of Technology, dove ricopre il ruolo di full professor (ovvero professore ordinario) in matematica pura, prima italiana di sempre e seconda donna della storia a ricoprire questo ruolo. La frase di apertura del post cattura l’attenzione: «Ho imparato, dopo molti anni, che dai fallimenti talvolta nascono grandi progressi». La sua storia ha dell’incredibile: famiglia contadina, orfana di padre a soli dieci anni, Gigliola sarebbe stata indirizzata dalla madre verso un futuro da parrucchiera, a causa della situazione complicata dal punto di vista economico che la sua famiglia stava vivendo. È solo per la sua bravura in matematica, per l’insistenza del fratello e per il sostegno dei professori che riuscirà a realizzarsi e ad avere un futuro nell’ambito della matematica. Tra gli aspetti interessanti della sua biografia che StorieScientifiche sceglie di mettere in evidenza, c’è il ruolo dell’insegnante del liceo scientifico Mario Illuminati, che le assegnava problemi difficili per i compiti a casa: «Io ero in grado di risolverli e mi rendeva estremamente felice».
Per un ulteriore approfondimento, si possono leggere le due interviste realizzate da Roberto Natalini per MaddMaths! La prima nel dicembre del 2010, e la piccola nota di redazione in apertura racconta parecchio di lei: si tratta di una segnalazione che i curatori dell’intervista hanno voluto fare dopo aver trascritto la registrazione, non solo perché è stato impossibile rendere l’accento abruzzese di Gigliola, che ora ha «qualche intrusione americana», ma anche perché «come si trascrive una risata?» Durante questa intervista, Natalini presenta la figura di Gigliola Staffilani a tutto tondo, facendola parlare delle sue scelte di vita, sia per lo studio che per la matematica, del ruolo delle donne, visto che è impegnata nella Association for Women in Mathematics (e fa notare che la situazione americana è peggiore di quella italiana), e fa infine un confronto tra il mondo della matematica americano e quello italiano. La seconda intervista, realizzata a luglio 2018, è apparsa originariamente sulla Newsletter della European Mathematical Society. 

Matematica (da amare e) da insegnare
Alla domanda di Roberto Natalini: «Quanto del tuo lavoro è intuizione e quanto è solo duro lavoro?», Gigliola Staffilani risponde: «metà e metà. Credo che l’intuizione arrivi quanto ti sei chiarita abbastanza della tua mente da poterla ricevere. E per chiarirti devi lavorare duramente per cercare di eliminare tutti quei tentativi che non portano da nessuna parte». Altro aspetto interessante è che, dopo Illuminati, la Staffilani parla di un altro docente, il professor Sally, che le fece un assegno di 1500 $ per permetterle di restare in America: «Penso spesso a quel momento, una fortunata coincidenza, completamente casuale, che sarebbe potuta non succedere. Se così fosse stato la mia vita sarebbe stata completamente diversa!» Gigliola stessa è un’insegnante e dichiara che ha bisogno di sentirsi felice al lavoro, altrimenti sarebbe «una pessima ricercatrice, insegnante e mentore». Anche Federico Benuzzi parla di felicità per rispondere alla domanda di un ragazzo, al termine di un suo spettacolo: «Vorrei fare l’insegnante, me lo consiglia?» La risposta di Federico (e se avete avuto occasione di assistere a un suo spettacolo, potete confermarlo) è accurata e sottolinea come, per poter fare l’insegnante, siano necessari due amori: l’amore per la materia, che non è scontato, e l’amore per i ragazzi. L’amore per la disciplina è fondamentale, perché c’è bisogno di una passione per accendere la passione nei ragazzi e per poter trasmettere il sapere in maniera efficace (e non sempre è sufficiente, aggiungo io…), mentre l’amore per i ragazzi permette all’insegnante di riconoscere le loro potenzialità e di apprezzare quanto, a loro volta, i ragazzi insegnano. «Credo che siano questi gli ingredienti fondamentali per continuare a insegnare anni senza “colpo ferire”. Segreto per svegliarsi tutte le mattine alle 6.20 felice di andare al lavoro. Pietra filosofale per restare eternamente giovani!» 

Matematica da comunicare
Pietro Minto, con il libro La seconda prova. Imparare la matematica, ci parla del suo secondo tentativo di affrontare lo studio della matematica, materia nella quale non aveva eccelso al liceo scientifico, per poter rifare la prova d’esame di matematica della maturità del 2006. Se avete dubbi in merito all’acquisto, leggere questo estratto pubblicato sul Post potrebbe aiutarvi a decidere: le pagine sono dedicate all’indagine sulla necessità (e utilità) delle incognite nell’algebra. Pietro Minto si concede anche la libertà di utilizzare formule semplici, guidandoci attraverso la storia della matematica.
Parlando di comunicazione della matematica, non si può non citare il quindicesimo anniversario di MaddMaths! (Auguri!). L’evento è stato ricordato sui social, condividendo l’articolo postato per il decimo anniversario. In effetti, quanto scritto da Roberto Natalini in quell’occasione è ancora attuale, richiamando «il dovere e la responsabilità di comunicare con il resto del mondo», visto che «la maggior parte dei non addetti ai lavori semplicemente ignora la ricerca matematica e la collega a sgradevoli ricordi scolastici». Nell’articolo si ricordano gli atti fondativi del sito, Roberto Natalini fa un po’ anche di mea culpa, ricordando i suoi precedenti, quando (forse) pensava «che chi si dedicava ad attività di comunicazione della matematica non avesse niente di meglio da fare». Dagli scarsi accessi dei primi tempi, dalle difficoltà nate dal fatto di essere dei pionieri, il sito MaddMaths! ha fatto parecchia strada, fino a diventare un punto di riferimento per i contenuti matematici che compaiono sulla rete.

Dialogando con la matematica
Giovedì 4 aprile si è svolta la terza diretta di quest’anno del canale IlariaF Math: l’ospite, Roberta Fulci, è una matematica, autrice di libri, redattrice e conduttrice di Radio3 Scienza, il quotidiano scientifico di Rai Radio 3. Nel corso della diretta, si è parlato di come Roberta Fulci sia approdata alla conduzione di questo programma, ideato da Rossella Panarese, un po’ per caso: appassionata di matematica, tanto da intraprendere il corso di laurea dopo il liceo classico, ha sempre pensato che si sarebbe dedicata alla ricerca, ma il suo senso di inadeguatezza l’ha spinta a scegliere di frequentare un master di comunicazione della scienza, per poter restare nell’ambito della matematica. Casualmente è arrivata alla redazione di Radio3 Scienza: obiettivo del programma che si trova a condurre è parlare di scienza rendendola accessibile a tutti e intrecciandola con altri aspetti della cultura e dell’educazione civica. Invitata dal pubblico, Roberta Fulci descrive il clima di collaborazione che caratterizza la preparazione di ogni puntata, che viene modificata fino all’ultimo minuto. Sempre su invito del pubblico, Roberta Fulci ha parlato anche delle sue emozioni una volta approdata alla facoltà di matematica, ricordando «il passaggio dalla sensazione di essere brava a quella di essere una rapa», visto che avere alle spalle il liceo classico non può che complicare le cose all’inizio dello studio universitario della matematica. Tra le puntate realizzate, Roberta Fulci parla in particolare della puntata dedicata alla matematica del colore, che ha avuto come ospite Edoardo Provenzi: la puntata non è più reperibile online, ma il professore ha realizzato una serie di articoli per MaddMaths! Interessante è la motivazione fornita per citare questa puntata: “Ho imparato tantissimo!” Nel corso della diretta, Roberta Fulci ha parlato anche delle sue opere: comincia con Ragazze con i numeri e Ragazze per l’ambiente, scritti insieme a Vicky De Marchi, per la collana Donne nella scienza di Editoriale Scienza e racconta di come, avendo scelto di dedicare una collana alle donne della scienza, le due sorelle che gestiscono la casa editrice si siano sentite dare delle kamikaze. E poi racconta del libro Il male detto, che parla del dolore fisico in termini matematici, visto che è un tentativo di darne una definizione. Vi invito a seguire con attenzione la diretta, visto che i racconti (che potete trovare anche nel libro) invogliano davvero alla lettura e la simpatia di Roberta Fulci è coinvolgente. 

Festeggiando la matematica
Nei giorni scorsi, si è parlato ovunque di matematica, visto che il 20 marzo è stato assegnato il premio Abel. Come tanti altri, anche il premio Abel viene paragonato al premio Nobel, ma questo, effettivamente, è quello che si avvicina di più: pare sia nato proprio per dare ai matematici un premio equivalente al Nobel, viene assegnato ogni anno dal re di Norvegia e può contare su un premio equivalente a 700.000 euro. Quest’anno la scelta è caduta su Michel Talagrand per i suoi contributi innovativi nell’ambito della teoria della probabilità e dell’analisi funzionale. Dopo la prima presentazione realizzata da Stefano Pisani, MaddMaths! ha dedicato ampio spazio al premio, con un articolo di Adriano Barra, che racconta i risultati e i riferimenti, enfatizzati sui social, al premio Nobel di Parisi. Più di tutto, a me è piaciuta l’ultima puntata di Ci vuole una scienza, il podcast del Post curato da Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti, perché non solo ne hanno parlato in modo entusiasta, ma hanno raccontato molto bene e con semplicità i risultati ottenuti. Sessantottenne, Michel Talagrand si è confrontato fin da piccolo con il dolore, dato che a causa di problemi di vista ha dovuto passare un lungo periodo in ospedale: studente mediocre prima della malattia, aiutato dal padre a superare le ore di buio ed isolamento a suon di matematica, ha imparato il potere dell’astrazione. A distanza di tanti anni, dice: «il segreto del successo in matematica è di lavorare ogni giorno fino a essere esausti ma non di più». Dichiara di lavorare in questo modo a causa delle sue difficoltà (!) in matematica, legate a un “cervello lento” e a una “memoria terribile”: lavorando molto e cercando di capire anche le cose più semplici, è riuscito a superare le proprie difficoltà e a vincere numerosi premi. Con tono di meraviglia, Menietti racconta del sito internet del matematico, che, per quanto semplice e vecchia maniera, risulta interessante e ricco di spunti. Personalmente, sono rimasta molto colpita dal rimpianto legato ad una sua scelta compiuta come insegnante, che ricorda ancora con amarezza dopo più di quarant’anni. 

In chiusura, mi permetto un piccolo consiglio di lettura: lo spettacolo teatrale Il Signor Le Blanc di Maria Rosa Menzio pubblicato per Scienza Express. Continua il mio viaggio di approfondimento, mentre è ormai pronto lo script per il video con il quale parteciperò a #peopleformath2024! 

Buona matematica e buon cammino! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

 

Traduzione dell’immagine allegata: “Perché dovrebbero bannare il libro di Miss Sweet dalla biblioteca della scuola?” “Non ci posso credere… non posso proprio crederci!” “Forse ci sono alcune cose nel suo libro che non capiamo…” “In quel caso, dovrebbero bannare anche il mio libro di matematica!”

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