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Venerdì, 11 Settembre 2020 09:09

L'ordine del tempo

«L’ordine del tempo» è stato pubblicato nel 2017 da Adelphi. L’autore è Carlo Rovelli, fisico teorico e membro dell’Institut universitaire de France e dell’Académie internationale de philosophie des sciences, e la sua principale attività scientifica avviene nell’ambito della teoria della gravità quantistica a loop, della quale è uno dei fondatori. Per la sua opera di divulgazione, nel 2015 ha vinto il Premio Letterario Galileo per il libro «La realtà non è come ci appare»: il premio è stato istituito nel 2007 dal Comune di Padova, per incentivare la diffusione della cultura scientifica, soprattutto tra i giovani, e celebrare il prestigio dell’Università che ha visto Galileo Galilei tra i suoi docenti.

Fin dall’inizio, Rovelli ci racconta che il tempo è diverso «da questo uniforme scorrere universale» e «resta il mistero forse più grande». Le sue intenzioni sono chiare: «nelle pagine che seguono, racconto quello che abbiamo capito del tempo, le strade che stiamo seguendo per cercare di capire meglio, quello che ancora non capiamo e quello che mi sembra di intravedere».
Il libro è diviso in tre parti: nella prima viene riassunto il tempo spiegato dalla fisica moderna ed è un po’, come dice l’autore, «il racconto di questo sfaldarsi del tempo». Nella seconda parte, Rovelli descrive quello che resta una volta che si è tolta tutta la sovrastruttura della fisica e la terza, che è quella più difficile – come ci dice l’autore stesso – è comunque «la più viva e quella più vicina a noi». Anche di fronte alle difficoltà, l’autore cerca di incoraggiare il lettore a intraprendere il viaggio della lettura: «Qui il libro diventa magma rovente di idee, talvolta luminose, talvolta confuse; se mi seguite, vi porto fin dove io credo arrivi il nostro attuale sapere sul tempo, fino al grande oceano notturno e stellato di quello che ancora non sappiamo.»

La prima idea che abbiamo di tempo è di qualcosa che scorre allo stesso modo in tutto l’universo, ma già dai primi capitoli Rovelli ci fa notare come il tempo scorra «a velocità diverse a seconda di dove siamo e a che velocità ci muoviamo». Non c’è solo il problema della velocità, che in qualche modo ci è diventato quasi familiare sentendo parlare della teoria della relatività di Einstein: c’è anche il problema della differenza tra passato, presente e futuro, una distinzione che di fatto si perde se osserviamo le equazioni elementari che descrivono la realtà fisica. In questo viaggio che comincia, prevedibilmente, con la teoria della relatività, entrano in gioco anche l’entropia e quindi la termodinamica, ma arriviamo fino ai concetti abbastanza complessi della meccanica quantistica e Carlo Rovelli non ci fa mancare il suo sostegno, visto che, di volta in volta, accompagna la sua narrazione con immagini molto esplicative e, al tempo stesso, con piccoli riassunti, che nei punti più salienti fanno in qualche modo da raccordo e da chiarimento rispetto a quello che è stato il percorso effettuato. Potremmo dire che il suo stile è didattico, proprio come quello di un insegnante che ripete più volte gli stessi concetti, e non mancano gli esempi che ci aiutano ad orientarci in questi percorsi complessi, ma soprattutto lontani dall’immagine della realtà che abbiamo nella nostra mente. Nel testo, ci sono numerosi riferimenti alla cultura classica e potrebbe valere un esempio su tutti, quando la struttura temporale del mondo viene spiegata con un’analogia: «Chi appartiene alla “stessa generazione” di Leonida? Gorgo, che è la madre di suo figlio, o Cleomene, che è figlio dello stesso padre?». «La relazione di figliolanza stabilisce un ordine fra gli esseri umani, ma non fra tutti gli esseri umani», perché è una relazione di ordine parziale; allo stesso modo, non tutti gli eventi possono essere messi in ordine, come ci dimostra il diagramma di Minkowski. In altre parole, «Ogni evento ha il suo passato, il suo futuro, e una parte di universo né passata né futura, così come ogni essere umano ha antecedenti, discendenti, e altri che non sono né antecedenti né discendenti». È un esempio che mi ha molto colpito e che cercherò di tenere ben presente la prossima volta che mi ritroverò a spiegare il diagramma di Minkowski ai miei alunni.

Il viaggio, insomma, è piacevole anche se complesso, in un alternarsi di fisica e filosofia; il libro non è banale e meriterebbe una rilettura. Mi ha aiutato il fatto che mi sia fatta leggere questo libro proprio da Carlo Rovelli, attraverso Audible e, in questo modo, il percorso è stato più piacevole: certe sfumature che, probabilmente, con una lettura autonoma mi sarei persa, sono state evidenziate dal cambiamento di tono dell’autore, che dava enfasi e spessore ad alcuni passaggi.

Pubblicato in Libri
Giovedì, 25 Luglio 2019 16:43

Capire davvero la relatività

Daniel F. Styer è un fisico teorico, professore di fisica presso l’Oberlin College. Autore di libri riguardanti la meccanica quantistica, nel 2011 ha pubblicato «Relativity for the questioning mind», tradotto in italiano con «Capire davvero la relatività» e pubblicato da Zanichelli nella collana “Chiavi di lettura”. Il titolo originale, traducibile come «La relatività per chi si pone domande», ci dice che Styer vuole dal lettore una partecipazione attiva, perché possa costruirsi una sua conoscenza personale della relatività. Segue l’esempio di Einstein che affermava: «una sciocca fede nell’autorità è il peggior nemico della verità».

Non è un libro tecnico, visto che non usa nemmeno una matematica complessa, si accontenta dell’algebra e del teorema di Pitagora, ma nemmeno descrittivo, visto che è estremamente analitico, non esattamente divulgativo. Non è un racconto: richiede lo svolgimento di esercizi: non è semplicemente un libro da leggere, ma un libro da scrivere. «Com’è noto, non si può imparare a nuotare guardando gli altri: occorre buttarsi in acqua e provare di persona. Vale altrettanto per la scienza: è impossibile impararla facendosela “versare nella mente” come in una bottiglia vuota. Bisogna mettere in discussione gli esperimenti, criticare le deduzioni e verificare le conclusioni. Spero che lo farete in tutto il corso del libro; e in particolare vorrei che dedicaste un po’ di tempo ai problemi presentati alla fine dei capitoli».

I primi sedici capitoli sono dedicati alla relatività ristretta, mentre gli ultimi tre riguardano la relatività generale. Ogni capitolo sulla relatività ristretta è costituito da tre parti: la prima è una spiegazione densa di esempi, la seconda è una selezione di domande, scelte tra quelle che gli studenti hanno posto all’autore al termine di ogni sua lezione sulla relatività e l’ultima parte sono problemi posti al lettore, per i quali sono offerti, al termine del libro, alcuni suggerimenti per lo svolgimento.

Durante la trattazione, Styer aiuta ad armonizzare i tre effetti della relatività, ovvero la dilatazione del tempo, la contrazione delle lunghezze e la relatività della sincronizzazione. Non ci sono incoerenze logiche, ma schemi, calcoli ed esempi illuminanti, mentre la simultaneità diventa la «chiave di volta senza cui l’intera struttura crollerebbe rovinosamente». Se considerassimo solo contrazione e dilatazione, alla fine cadrebbero in contraddizione, ma non è certo facile accettare la relatività della simultaneità. Per quanto possa sembrarci strano, Styer ci ricorda che la relatività «si avvicina alla realtà più dell’approssimazione classica basata sul senso comune» e gli esempi al riguardo non mancano. Affronta gli argomenti qualitativamente, numericamente o simbolicamente, a seconda dei casi, scegliendo quello che, di volta in volta, è l’approccio più efficace.

L’ultimo capitolo è dedicato a una serie di approfondimenti, proposti dall’autore attraverso altre letture ed è seguito da una postfazione, legata al caso dei neutrini che, apparentemente, hanno superato la velocità della luce durante un esperimento: offre l’occasione per un’interessante riflessione su come funziona la scienza.

Utilizzare il libro per far lezione sulla relatività aiuta a spiegare meglio alcuni concetti: la scelta dell’autore di un’unità di misura di tempo particolare e i disegni utilizzati per ogni sistema di riferimento, aiutano gli alunni a cogliere le sfumature della teoria della relatività e le contraddizioni con la realtà se da un lato scuotono le nostre convinzioni, dall’altro aiutano a comprendere ancora meglio la novità di questa teoria. La lettura è consigliata a tutti coloro che abbiano veramente la volontà di comprendere e, quindi, di impegnarsi a risolvere i problemi proposti, unico modo per partecipare attivamente a quest’avventura proposta da Styer.

Pubblicato in Libri
Venerdì, 10 Luglio 2015 21:29

Sette brevi lezioni di fisica

TRAMA:

Sette lezioni “scritte per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco”: sono l’espansione di una serie di articoli pubblicati per un supplemento del Sole24Ore e offrono una “carrellata su alcuni degli aspetti più rilevanti e affascinanti della grande rivoluzione che è avvenuta nella fisica del XX secolo”.

La protagonista della prima lezione è la relatività generale: per comprenderla è richiesto “un percorso di apprendistato. Ma il premio è la pura bellezza. E non solo: anche l’aprirsi ai nostri occhi di uno sguardo nuovo sul mondo.”
La seconda lezione è dedicata al secondo pilastro della fisica del Novecento: la meccanica quantistica. Rafforzata da grandi successi sperimentali, la meccanica quantistica ha fatto nascere applicazioni che hanno cambiato la nostra quotidianità, ma resta ancora avvolta nel mistero.
La terza lezione è dedicata al cosmo, il cui studio è stato costruito nella seconda metà del XX secolo a partire dalle fondamenta date da Einstein e dalla meccanica quantistica.
Le particelle della quarta lezione sono i componenti di tutto ciò che si muove nello spazio attorno a noi. Il movimento e la natura delle particelle sono descritti dalla meccanica quantistica, come “minuscole ondine che corrono”, spariscono e ricompaiono “secondo le strane regole della meccanica quantistica”.
La quinta lezione è dedicata alla gravità quantistica: partendo dal presupposto che relatività generale e meccanica quantistica non possano essere entrambe giuste, anche se funzionano bene, perché – nella loro forma attuale – si contraddicono l’un l’altra, per dirimere la questione ci si è indirizzati verso la gravità quantistica. L’idea di fondo è semplice, ma il fatto che le sue equazioni non contengano più la variabile “tempo” ci porta ancora più lontani da tutto quello che ci è familiare.
Il tema della sesta lezione è il calore, nella sua relazione con la probabilità, il tempo e i buchi neri. Sappiamo che una sostanza è più calda di un’altra quando i suoi atomi si muovono più veloci e che il calore fluisce dalle cose calde alle cose fredde. Il tempo è legato al calore, perché proprio il fluire dal caldo al freddo può fare la differenza tra presente e passato.

La “fotografia della realtà” che l’autore ha provato a comporre si conclude con gli esseri umani e il loro ruolo in questo “affresco del mondo” offerto dalla fisica contemporanea. Siamo non solo gli autori della fisica, ma ne siamo anche parte integrante: siamo situati all’interno del mondo che la fisica prova a descrivere. Lo studio della fisica non è lontano dalle passioni e dalle emozioni che dominano la nostra vita: “Noi siamo fatti della stessa polvere di stelle di cui sono fatte le cose e sia quando siamo immersi nel dolore sia quando ridiamo e risplende la gioia non facciamo che essere quello che non possiamo che essere: una parte del nostro mondo”.

 

COMMENTO:

Un libro accessibile a tutti, nonostante la complessità degli argomenti trattati. Carlo Rovelli è molto bravo a guidarci in questo percorso e a farci capire in quale direzione si stiano muovendo le attuali ricerche. La fisica è una sfida per la conoscenza e, al tempo stesso, è il nostro modo di rappresentarci la realtà e di rispondere alle domande che costellano la nostra esistenza.

“Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.”

Pubblicato in Libri

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