Milano, 24 febbraio 2017 - 13:42

Prova il Gaokao, l’esame che
fa tremare 10 milioni di cinesi

Ogni anno a giugno l’esame per accedere alle migliori università: solo uno su 50 mila ce la fa. In arrivo una riforma per renderlo più equo e moderno

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Ogni anno all’inizio di giugno per due giorni la Cina si ferma. Dieci milioni di diciottenni devono sostenere i difficilissimo esame che determinerà il loro accesso alle migliori università, la loro carriera e in definitiva la loro vita futura: il Gaokao. Per permettere ai ragazzi di concentrarsi in questi due giorni vengono interrotti i lavori stradali, viene impedito il traffico, orde di genitori attendono trepidanti fuori dalle scuole con ventagli, acqua e telefonini per immortalare il momento in cui i loro figli escono dall’esame più importante della loro vita.

«Le ali delle farfalle sono colorate?»

Volete provare anche voi il Gaokao? Sono soltanto alcune domande a risposta multipla, perché per altre prove, soprattutto per il temutissimo cinese, gli studenti devono produrre elaborati su temi vari che nel 2015 per esempio includevano anche i seguenti soggetti: “Le ali delle farfalle sono colorate?” “Chi ammirate di più, un ricercatore di biotecnologia, un tecnico saldatore o un fotografo?

Con i droni contro i “copioni”

Tanto per fare i conti, soltanto un/a ragazzo/a su 50 mila potrà ottenere l’ambito posto nelle università migliori del Paese. Si capisce perché dalle elementari in poi il Gaokao sia l’incubo di tutti gli studenti, la causa sostanzialmente esclusiva (93 per cento) dei suicidi di adolescenti e perché scoprire chi trucco o copia o riesce a imbrogliare in vario modo sia l’ossessione degli insegnanti e delle autorità. Lo scorso anno sono stati usati anche i droni per controllare gli alunni. E tra le nuove regole di riforma dell’esame che le autorità cinesi stanno sperimentando, sempre dall’anno scorso, chi copia o aiuta a copiare può finire in prigione con una pena fino a sette anni

Le riforme per renderlo più equo

L’esame oltre a suscitare paure nei cinesi e apparire anche folkloristico agli stranieri è da tempo nel mirino del governo che vorrebbe riformarne alcune parti e proprio l’anno prossimo partiranno le prime sperimentazioni del nuovo esame a Shanghai e nella provincia dello Zhejiang. La sua storia affonda le radici nel Keju, la prova che fin dal duecento avanti Cristo e per due millenni fino al 1905 quando è stato ufficialmente abolito è stato in varie forme l’unico modo per accedere ai posti pubblici e di alto funzionario in Cina. Il Gaokao come lo conosciamo ora data dal 1952, è stato sospeso durante la rivoluzione culturale e reintrodotto nel 1977 , l’anno dopo la morte di Mao. Per molti anni gli studenti dovevano svolgere temi di arte e scienza, ora si tratta di quattro prove di tre ore: Cinese, lingua straniera, matematica e un’altra materia a scelta tra materie scientifiche e umanistiche. Anche il governo cinese si sta ponendo la questione della scarse equità dell’esame che tende a premiare i ragazzi che vengono da famiglie più agiate e sta introducendo correttivi e posti riservati anche per i ragazzi che vengono dalle province più povere.

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